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SAN CARLO, DANNO ERARIALE DIETRO L’ANGOLO

Sui Commissariamenti del 2018, Aor non si costituisce parte civile. Spera, però, dovrà pagare lo stesso l’avvocato

Commissariopoli lucana: come anticipato da Cronache Lucane, in udienza dal Gup di Potenza, l’Azienda ospedaliera regionale San Carlo ieri era assente. Per diretta e precisa determinazione dell’attuale Commissario Giuseppe Spera, l’Aor ha comunicato all’avvocato Antonello Grassi, al quale, invece, l’ex Dg Barresi aveva conferito, nel marzo scorso, il mandato, la volontà di desistere dalla costituzione di parte civile.
Così nessuno, Ente o persona fisica, ha palesato nella prima udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta della Procura del capoluogo sulle nomine dei Commissari straordinari, così come varate dalla Giunta Pittella nel gennaio del 2018, l’istanza a comparire come parte lesa.
Ma c’è un però che potrebbe aprire altri scenari. Il neo Commissario Spera, storicamente e almeno fino al recente passato vicino al centrosinistra, oltre l’ex governatore Pittella, compaiono tra gli imputati tutti gli assessori dell’ultima legislatura, la comunicazione all’avvocato Grassi, l’ha fatta a lui pervenire soltanto 24 ore prima dell’udienza.
Seppur anche solo in forma interrogativa, e pertanto non esclusivamente affermativa, l’ipotesi di danno erariale appare concreta. Ciò per una serie di motivazione. I più agevolmente comprensibili sono i seguenti.
Se l’attuale consigliere regionale del Pd, Marcello Pittella, e gli altri imputati saranno in futuro condannati, i cittadini lucani non vedranno ristorato il danno economico poichè il Commissario Spera ha deciso di non far costituire l’Aor parte civile e pertanto neanche di prendere parte al processo.
Soprattutto, però, in questo caso non è una eventualità, ma una certezza, ci sono le notule: i conti relativi alle prestazioni di un professionista.
Il Commissario Spera comunque dovrà liquidare le spese all’avvocato Grassi per le attività svolte fino a 2 giorni fa, e pertanto fino a 24 ore prima dall’udienza. Tra le anomalie delle anomalie, l’atto di Spera appare ancor più illogico se si considera che ha aspettato l’ultimo momento utile per revocare il mandato al legale.
L’avvocato, di conseguenza, sarà sostanzialmente pagato, con soldi pubblici, come se ieri si fosse effettivamente costituito come parte civile, dato che tutti gli atti erano stati già predisposti, e gli è stato impedito soltanto di depositarli.
Il Commissario Spera spenderà pubbliche risorse economiche per dei fogli da buttare nel tritacarte.
Volendo far salva la buona fede, difficile, se non impossibile, non evidenziare la circostanza che, nel solco dell’ipotesi valutativa, Spera avrebbe dovuto prendere la decisione entro i primi giorni del suo insediamento. Quasi due mesi fa. L’avvocato, e il Commissario ne è consapevole, andrà retribuito per ciò che ha fatto e non può essere non pagato per ciò che avrebbe dovuto fare, il deposito della costituzione di parte civili e la partecipazione alle udienze, che non farà.
La memoria, ormai, era già predisposta mancando, appunto, soltanto un giorno alla prima udienza preliminare che è quella utile per chiedere «la restituzione ed il risarcimento del danno».
A titolo esemplificativo, l’avvocato Grassi per aver lavorato inutilmente, per cause indipendenti dalla sua volontà, per l’Aor San Carlo, potrebbe chiedere, con piena legittimità, diverse migliaia di euro: 5mila. E Spera, di contra, non potrà sottrarsi dal pagare.
Per cui, tirando le somme, c’è un mancato eventuale introito in caso di condanna e una sicura perdita per le casse del San Carlo per spese legali connesse ad attività professionali vane.
Trattandosi di soldi pubblici, alla vicenda non può non fare da eco l’ipotesi del danno erariale.
Riprendendo le fila dell’udienza preliminare, nessuno degli imputati ha avanzato richieste di giudizio con riti alternativi. Nella prossima udienza, fissata al 16 novembre, sono previste tutte le discussioni dei legali difensori.
La Giunta Pittella, per l’accusa, nel gennaio del 2018, ha Commissariato l’Asp, l’Asm e il San Carlo, «in assenza di effettive ragioni che autorizzassero l’adozione di tale misura a carattere straordinario», cagionando, inoltre, «intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale a Rocco Alessandro Maglietta», nominato Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza nonostante fosse in quiescenza dal 12 febbraio del 2016.
Il fulcro dell’impianto accusatorio ruota proprio intorno al nosocomio potentino e Maglietta, imputato in qualità di istigatore e beneficiario. Ciò in quanto i Commissariamenti, secondo l’accusa, sono stati deliberati allo scopo di favorire proprio Maglietta, confermandolo al vertice pur essendo egli ormai divenuto incompatibile a causa del suo pensionamento.
L’inchiesta però appare connotata da potenziali e plurimi talloni d’Achille. Tra questi, su tutti, la riforma dell’abuso d’ufficio contenuta del decreto Semplificazioni

Ferdinando Moliterni

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