EMANUELE TONDI : SCIAME SISMICO AD ASCOLI PICENO
Durante uno sciame sismico la probabilità di un evento più forte aumenta, in quanto l’area si destabilizza. Tuttavia, quella zona specifica (a nord e ad ovest la situazione cambia rapidamente e la pericolosità sismica aumenta) non è in grado di generare forti terremoti. Quello di magnitudo 4,4 del 1973 può essere considerato di riferimento. Per stare tranquilli e non avere paura è importante conoscere la vulnerabilità o meno degli edifici che si abitano o frequentano, compresi quelli pubblici tipo le scuole. E questo vale sempre, a prescindere dallo sciame sismico in atto
SCIAME SISMICO AD ASCOLI PICENO
A partire dal 3 Ottobre si è sviluppato uno sciame sismico pochi chilometri ad ovest di Ascoli Piceno.
La Rete Sismica Nazionale gestita da INGVterremoti fino ad ora ha registrato 91 terremoti di magnitudo compresa tra 0,8 e 2,4.
Probabilmente sono anche di più, in quanto gli eventi di magnitudo più piccola possono sfuggire alla registrazione.
La profondità ipocentrale varia da 10 a 20 km, quindi una sismicità più profonda rispetto a quella tipica delle zone interne appenniniche, che invece si concentra nei primi 10 km della crosta terrestre.
Inoltre, lo sciame si trova al di fuori della zona destabilizzata dai forti eventi dell’estate-autunno 2016 e non fa parte della stessa sequenza sismica.
Inoltre, lo sciame si trova al di fuori della zona destabilizzata dai forti eventi dell’estate-autunno 2016 e non fa parte della stessa sequenza sismica.
Sciami sismici simili si verificano spesso in tutta Italia.
Purtroppo, non ci danno informazioni se anticipano qualcosa di più importante; spesso no, a volte si.
Sulla base dei dati geologici sappiamo che in questa zona le faglie attive, cioè quelle in grado di generare terremoti, non affiorano in superficie, come la Faglia del Monte Vettore, per intenderci.
Questo perché sono più profonde ed hanno una estensione più limitata.
Se da un lato questo significa che i terremoti sono più piccoli e l’ipocentro più lontano dalla superficie, dall’altro dobbiamo affidarci alla storia sismica del passato per valutare l’intensità massima possibile.
Ad Ascoli Piceno le intensità maggiori si sono risentite in occasione dei forti terremoti avvenuti in Appennino, come quelli del 2016 e a seguito di terremoti meno forti ma più vicini come nel 1943 con il terremoto di Offida e, soprattutto, nel 1972 con un terremoto verificatosi vicino Comunanza.
Nell’area interessata dall’attuale sciame sismico, nel 1973 si verificò un terremoto di magnitudo 4.4 e, quindi, un evento fino a questa magnitudo è sicuramente possibile.
Nella città di Ascoli l’intensità massima è stata raggiunta con il terremoto del 26 Novembre 1972, di magnitudo stimata 5,5 ed epicentro tra Force e Comunanza. Ricordato anche come il terremoto di “Tarzan”, in quanto ad Ascoli andò via la luce interrompendo il seguitissimo telefilm.
I danni furono diffusi nel centro storico, in particolare sugli edifici più vecchi e vulnerabili.
Per immagini e testimonianze sugli effetti del terremoto del 26 Novembre 1972 nel centro urbano di Ascoli Piceno potete consultare la seguente mappa interattiva
Immagini e testi nella mappa: © Goffredo Zucchetti; archivio storico La Stampa (Torino).
Nel video una elaborazione in 3D degli ipocentri (in profondità) e relativi epicentri (in superficie) dello sciame sismico. In alto a sinistra è indicata la distribuzione dei terremoti in base alla profondità ipocentrale.
Dati
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