VIETIAMO IL TABACCO E IL GIOCO D’AZZARDO DI STATO
Lettere lucane
Confesso subito una dipendenza: il tabagismo. Sono anni che dico che le sigarette andrebbero vietate al pari della droga, perché uccidono e non danno nessun vantaggio. Se lo Stato le vietasse, io sarei felice, perché vivrei meglio. Tutto questo per dire che ho trovato magnifica una delibera del comune di Tito, che ha stabilito che gli esercizi commerciali che disinstalleranno apparecchi di video poker, slot machine e videolottery saranno esentati dal pagamento della tassa sui rifiuti. Ripeto, sono un liberale, ma valuto favorevolmente tutto ciò che salva le persone da dipendenze dannose, perché il tabagismo o la ludopatia uccidono lentamente. A Tito nel solo 2018 sono stati spesi 8,5 milioni di euro in gioco d’azzardo, una cifra mostruosa visto che questo paese alle porte di Potenza ha poco più di 7.000 abitanti. So bene che lo Stato guadagna sia con il gioco d’azzardo che con il tabacco, ma secondo me i costi sociali e sanitari per queste piaghe sociali sono assai superiori ai ricavi. Ma se anche i ricavi dovessero essere superiori, penso che ugualmente lo Stato dovrebbe bandire tutto ciò che crea dipendenze distruttive. Già sento le obiezioni: molte cose fanno male. Ecco, non sono d’accordo. La carne rossa non dà dipendenza, così come non dà dipendenza bere un bicchiere di vino. Il fumo, la droga e il gioco d’azzardo, invece, creano dipendenza, e distruggono persone e famiglie. Lo Stato dovrebbe avere a cuore la salute dei cittadini, e lo dico per il bene di tutti noi, a costo di mettere tra parentesi alcuni principi liberali. Voglio dirlo brutalmente, mettendomi in gioco in prima persona: secondo il pensiero liberale io sono libero di farmi del male fumando, ma se qualcuno m’impedisse di morire prima del tempo farebbe una cosa buona per me, per i miei figli e per chi mi vuole bene. Un plauso dunque al comune di Tito per la coraggiosa iniziativa.