DUPLICE OMICIDIO DI LECCE: QUARTO GRADO HA DIFFUSO UNO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI ANTONIO DE MARCO, NE ABBIAMO PARLATO CON LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO
Si dovrebbero porre domande più specifiche solo nelle ultime fasi dell’interrogatorio
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE
DUPLICE OMICIDIO DI LECCE: QUARTO GRADO HA DIFFUSO UNO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO DI ANTONIO DE MARCO, NE ABBIAMO PARLATO CON LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO
Dottoressa Franco, la trasmissione Quarto Grado ha diffuso uno stralcio dell’interrogatorio di Antonio De Marco, quali informazioni ci fornisce?
Purtroppo sul De Marco oserei dire nessuna.
Si tratta di uno stralcio in cui la contaminazione la fa da padrone.
Dall’analisi di un interrogatorio contaminato emergono solo i convincimenti di chi quell’interrogatorio l’ha condotto.
Ci faccia degli esempi
Alcune delle domande poste ad Antonio De Marco durante l’interrogatorio sono le seguenti:
“NON fai uso di droghe?
Hai subito qualche DELUSIONE? Ti sei INNAMORATO DI UNA RAGAZZA che non ha corrisposto?
Una COMPAGNA di corso?
Prima del 21 settembre?
Per ucciderti o per stordirti?
E i pensieri erano solo autolesionisti o c’era anche il pensiero di procurare ad altri il dolore?
Come una forma di VENDETTA?
Può essere che tu volessi lanciare una SFIDA? Ti è venuta mai questa idea? Una sfida, cioè: “prendetemi se ci riuscite”, qualcosa del genere, ti è mai venuto questo pensiero?
Non un messaggio contro i due ragazzi?
Dimmi cosa avresti dovuto citare, la BIBBIA? Che ne so, sei religioso?
Ci sei RIMASTO UN PO’ MALE?
Quando Daniele ti ha presentato Eleonora, in quel momento ti è venuta in mente la vecchia Eleonora?”
Chi ha interrogato il De Marco ha cercato conferme, non risposte.
Ciò che trapela da questo stralcio sono semplicemente risultanze e ipotesi investigative.
Chi ha interrogato ha introdotto termini come “DELUSIONE”, “INNAMORATO DI UNA RAGAZZA”, “RIMASTO UN PO’ MALE”, “VENDETTA”, “SFIDA”, “BIBBIA” etc. che hanno viziato inesorabilmente le risposte.
Chi interrogava ha mostrato di ritenere il De Marco capace di provare sentimenti diversi da frustrazione e rabbia.
Soggetti come Antonio De Marco fingono di avere dei sentimenti e lo fanno copiando chi li ha, pertanto suggerirgli dei sentimenti è un errore grossolano.
Se l’interrogatorio è contaminato, da dove si prendono le informazioni?
Dall’analisi di ciò che ha preceduto l’omicidio e dallo studio della dinamica omicidiaria.
Gli appunti che il De Marco ha preso prima di commettere il duplice omicidio sono di particolare interesse, ci rivelano infatti che ha tratto piacere dal fantasticare il duplice omicidio.
Lo dico perché negli appunti del De Marco sono presenti molte parole non necessarie e proprio queste parole superflue stanno ad indicare che Antonio De Marco ha prima goduto nel premeditare e poi, quando quelle fantasie di dominio e di morte non gli sono più bastate, ha sentito l’impellente bisogno di passare all’act out.
Un comportamento da omicida seriale.
Per quanto riguarda la dinamica omicidiaria, l’omicida ha scelto consapevolmente di prendere dei rischi pur di saziare i propri bisogni psicologici.
Non solo l’omicidio è stato commesso nell’appartamento perché, per il suo autore, quel luogo aveva un valore simbolico ma nel corpo a corpo, nell’accoltellamento e nello smembramento, soprattutto perché premeditati, si riconoscono degli atti sessuali sostitutivi. In un caso così è su tutto ciò che non è finalizzato alla commissione del reato che bisogna focalizzare per sciogliere il nodo del movente.
Dottoressa, torniamo all’interrogatorio, ci ripete le regole di base?
Non suggerire le risposte.
Non introdurre termini nuovi.
Evitare le domande chiuse che permettono all’interrogato di rispondere con un sì o un no.
Evitare le domande multiple per impedire all’interrogato di scegliere a quale rispondere;
Non interrompere mai l’interrogato, è nei sermoni e nelle tirate oratorie che si trovano spesso informazioni utili ed ammissioni tra le righe.
Evitare affermazioni perché non prevedono una risposta.
Evitare di dare giudizi morali perché mettono l’interrogato/intervistato sulla difensiva.
Dottoressa Franco, quali sono le domande da fare?
Le domande da fare sono ”Mi dici cosa è successo?” e “E poi cosa è successo?”, domande aperte che permettono all’interrogato di rispondere ricostruendo i fatti partendo da dove vuole lui.
Si dovrebbero porre domande più specifiche solo nelle ultime fasi dell’interrogatorio.
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