UPUPA, SIMBOLO DELLA LIPU E MUSA DI POETI
Lisandro racconta a Cronache le particolarità di questo uccello, effige araldica di numerose città europee
L’Upupa è uno degli uccelli migratori più belli che tra marzo e maggio di ogni anno, arriva nel territorio lucano per riprodursi per poi tornare in Africa in autunno. E’ lunga circa 30 cm e ha un’apertura alare di 42-47 cm, con le femmine che sono leggermente più piccole dei maschi. Per via delle sue fattezze così appariscenti
«L’Upupa -spiega il documentarista lucano Carmine Lisandro– ha da sempre ispirato poeti e pittori, ed è anche nominata nei testi sacri Bibbia e Corano. Dal 1971 è il simbolo dellaLIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), l’associazione ambientalista per eccellenza, nata nel 1965 con lo scopo principale di contrastare l’eliminazione degli uccelli, ma anche di salvaguardare la natura e la biodiversità italiana. L’Upupa, dal maggio 2008, è l’uccello nazionale dello Stato d’Israele e rappresenta l’effige araldica di numerose città europee».
«I colori delle sue piume sono inconfondibili -prosegue il documentarista- e vanno dal ruggine chiaro nella parte superiore alle strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore; la cresta è un ciuffetto di penne rosse con la punta nera che si alza a piacimento in caso di pericolo o in fase di corteggiamento.
L’upupa ama i luoghi secchi, semi-alberati, caldi e assolati e per questo la si può incontrare in frutteti, prati e vigneti o lungo strade sterrate delle campagne, dove può trovare il suo cibo preferito con il suo becco ricurvo, lungo circa sei cm., che le consente di penetrare nelle fessure delle rocce, dei tronchi e nel suolo per catturare insetti ed alimentarsi con il suo cibo preferito: cavallette, grillotalpa, processionaria del pino, anellidi, piccoli anfibi e lucertoline che lancia in aria per poi afferrarli a volo. Spesso può essere osservata anche fare bagni di sabbia o di polvere, arruffando le penne ed aiutandosi col becco ai bordi delle strade sterrate, allo scopo di liberarsi degli eventuali parassiti che possono infestare le penne.
Costruisce il nido in cavità di alberi, pareti rocciose o a terra. Riconoscerne uno è abbastanza semplice perché al suo interno sono accumulati gli escrementi dei genitori e dei pulcini ed emana un odore insopportabile, che ha lo scopo di tenere alla larga i predatori come i mammiferi carnivori e i serpenti.
Nel nido depone 2/7 uova, che sono incubate per circa 2 settimane dalla madre, il maschio è addetto a procurare il cibo alla compagna. Dopo la schiusa i pulcini restano nel nido per circa un mese e vengono accuditi dai genitori e, in mancanza degli stessi “I piccoli “schizzano”, le proprie deiezioni puzzolenti verso l’apertura del nido per scoraggiare eventuali predatori, come i serpenti.
Mediamente in natura vive 10 anni».