LE REGIONI HANNO MIGLIORATO LA VITA DEI CITTADINI?
Lettere lucane
Le Regioni furono istituite nel 1970, esattamente cinquant’anni fa. Ironia della sorte l’anniversario è “caduto” nell’anno di maggiore conflitto tra potere centrale e potere regionale. Cinquant’anni dopo sarebbe stato opportuno un dibattito serio e storicamente argomentato sui “pro” e i “contro” di un simile decentramento amministrativo e politico ma, come al solito, sono prevalse contrapposizioni interessate o cavillose diatribe giuridico-amministrative. Le domande però rimangono, e sono più attuali che mai: le Regioni hanno fatto bene o male ai territori? E lo Stato è stato più o meno efficiente in seguito all’istituzione delle Regioni? Intanto registro alcuni fatti. Anzitutto il depotenziamento di Comuni e Province, che ha lasciato alle Regioni il grosso del potere. E poi il fatto che le Regioni sono principalmente impegnate a gestire la Sanità, che assorbe circa l’80% del loro budget complessivo. È stato un bene che la Sanità fosse lasciata in mano alle Regioni? Ed è stata una strategia vincente ridurre al lumicino le Province e lasciare i Comuni senza quattrini, nonostante siano esposti in prima linea? Un tempo, anche in Basilicata, di queste cose si discuteva, e anche ad altissimi livelli. Oggi purtroppo inseguiamo la cronaca senza mai interrogarci sui grandi “sistemi”. La Basilicata è più forte da quando ci sono le Regioni? E in che modo la Regione ha migliorato la qualità politica e amministrativa della Basilicata? Personalmente non ho grandi certezze, però so che c’è uno squilibrio nell’architettura generale, perché non è possibile che i Comuni siano così poveri e le Regioni gestiscano quasi esclusivamente la Sanità. Che è il vero buco nero della psicologia e della finanza italiana, in quanto emblema della principale ossessione degli italiani: la salute. Ma un Paese che è ossessionato dalla salute è anche un Paese profondamente malato.
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