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GUERRA FREDDA TRA OPERATORI DELLO SPETTACOLO E CUPPARO: L’INCONTRO SI TRASFORMA IN UN RING

L’assessore accusato di essere «aggressivo fisicamente e verbalmente». I rappresentanti scrivono a Bardi: «È inadeguato. Se non si cambia sarà mobilitazione»

I l Dpcm del 24 ottobre ha chiuso in modo lapidario la richiesta di cinema e teatri: tutti i luoghi della cultura saranno chiusi fino al 24 novembre, fatto salvo per i musei. Il mondo della cultura però non ci sta, soprattutto dopo la prosecuzione delle attività garantita dai Dpcm degli scorsi giorni. Il mondo del cinema, del teatro e dei concerti potrebbe non riuscire a rialzarsi dopo questa batosta. Dopo mesi in cui il settore aveva lavorato per mettere in sicurezza le sale, proteggendo il pubblico e i dipendenti la chiusura arriva come un’immeritata doccia fredda. Soprattutto a fronte del fatto che dalle aperture di maggio nessun luogo della cultura ha registrato focolai. In un mondo in cui lavorano migliaia di persone tra fonici, scenografi, costumisti, tecnici, attori, musicisti, truccatori ecc. La paura di non riuscire a tornare al lavoro prima del prossimo anno è concreta, con tutte le difficoltà che ne seguirebbero, tra cui l’inevitabile chiusura di spazi teatrali indipendenti, scuole di recitazione, scuole di musica e cinema locali e d’essai, che già vivono precariamente in situazioni “normali”. Arriva così da tutto il mondo dello spettacolo la richiesta a riaprire cinema e teatri, a soli pochi giorni dall’emanazione del decreto. Gli assessori alla Cultura delle principali regioni e città italiane hanno deciso di firmare uniti un appello da inviare unitamente al presidente Conte, al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo e al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Ma in Basilicata le cose sembrano andare diversamente. È quello che pensano gli operatori dello spettacolo dopo aver interloquito con l’assessore regionale al remo, Franco Cupparo, per illustrare un disgeno per risollevare il comparto intero dello spettacolo. Un incontro che di positivo a detta di uno delle partecipanti che sembra aver avuto ben poco e che anzi, si è è concluso in modo più che negativo. IL CASO. A raccontare lo spiacevole incontro è proprio una delle tre partecipanti, Vania Cauzillo che con una lunga lettera inviata al presidente della Regione Bardi e alla consigliera regionale di Parità Pipponzi denuncia gli atteggiamenti che l’assessore Cupparo avrebbe avuto nei suoi riguardi speugando: «quanto grave sia stata l’azione di derisione che l’assessore Cupparo ha provato a svolgere, denigrando, praticamente dall’inizio dell’incontro senza neanche farci parlare non solo il mio lavoro e, con esso, il lavoro di altre decine di aziende e professionisti lucani». «Un’istituzione non può farlo, né nei confronti di un cittadino né nei confronti di un comparto produttivo e culturale -scrive la Cauzillo-. Ben più grave, però, è quanto accaduto a corredo del confronto sul futuro del settore. Durante una brevissima discussione in cui da parte dell’Assessore Cupparo è stato evidenziato con un linguaggio decisamente poco istituzionale come la categoria degli operatori culturali si appropria in maniera indebita di finanziamenti pubblici, mettendo più volte in dubbio che le nostre aziende pagassero i contributi, siamo stati minacciati di controlli contabili, testualmente «per conto della sorella dell’assessore impiegata all’Inps».Ovviamente, dopo aver cercato di spiegare invano all’Assessore perché fossimo lì, e cioè non per chiedere soldi, ma per proporre un metodo, per far conoscere le idee e le istanze delle imprese del territorio (…). È a questo punto che, nell’andare via, sono stata personalmente prima minacciata di non poter più entrare in quell’ufficio regionale, e in seguito trattata con un atteggiamento aggressivo: dopo aver fatto notare all’Assessore che non era il caso di minacciarmi, lo stesso si è avvicinato, ben oltre le distanze consentite (e non solo per la distanza sanitaria): ho dovuto chiedergli per ben due volte di allontanarsi dalla mia persona perché mi sono sentita fisicamente minacciata. La dirigente Minardi (presente all’incontro) ha cercato di farci uscire dalla stanza aprendo la porta mentre l’assessore intimava la segretaria di richiuderla, può solo immaginare dunque di quale scena io sia stata protagonista». «È umiliante dover constatare che ci sono rappresentanti istituzionali che interpretano il ruolo di rappresentanza come esercizio di sopraffazione e di potere, soprattutto quando è possibile esercitarlo nei confronti di una donna. È per tali motivi che il comportamento dell’assessore, tenuto fino dall’inizio dell’incontro, rappresenta un fatto grave, lesiva della dignità del nostro lavoro, motivo per il quale, per il mandato di cui ero stata investita è stato condiviso con i miei colleghi dei reparti cinema e arti performative. Sicura di un suo intervento e conseguimenti provvedimenti per la sfera pubblica, mi riservo di procedere a tutela della mia persona». Così ha concluso la lettera Vania Cauzillo.

LE RICHIESTE. Un incontro che non è passato in sordina e che anzi, ha suscitato notevoli alzate di scudi a favore della professionista lucana come quella degli “Operatori dello Spettacolo dal Vivo della Regione Basilicata”. Sono loro che con una missiva al presidente Bardi chiedono di non rimettere la delega alla Cultura nelle mani dell’assessore Cupparo che: «ha più volte dichiarato pubblicamente una malcelata ostilità, in più di un’occasione con atteggiamenti che hanno sconfinato in aggressività fisica e verbale, testimoniabili e documentabili da più persone, nei confronti degli operatori dello spettacolo, spesso indirizzando loro epiteti irripetibili e dimostrando veementemente una manifesta avversione verso questo comparto. Ci pare quindi insostenibile che il settore stesso venga affidato e guidato politicamente da chi della cultura non vuole interessarsi ed anzi la immagina come qualcosa di inutile e dispendioso». «Visto il non più accettabile e sostenibile clima di tensione che l’assessore sta creando, Le chiediamo di anticipare l’incontro previsto il 10 novembre, e vivamente di ripensare a tale decisione che, se confermata, scatenerà lo sdegno pubblico di tutti gli operatori lucani e di tanti intellettuali ed artisti italiani, già pronti ad una forte azione solidale tale da farne risultare un caso nazionale» concludono.

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