ROBERTA SACCHI analizza le 10 categorie proposta da Aggrawal
Seguendo la classificazione in dieci categorie proposta da Aggrawal, il necrofilo che ha trafugato l’urna di Elena Aubry può essere considerato un necrofilo feticista
Sano di mente il necrofilo che rubò le ceneri di Elena Aubry
È esclusa l’infermità mentale del necrofilo che ha rubato le ceneri di Elena Aubry dal cimitero Verano di Roma.
L’uomo rischia il massimo della pena per i reati di cui è accusato: violazione di sepolcro, vilipendio di tomba, sottrazione e occultamento di cadavere, ricettazione.
Sono le conclusioni alle quali è arrivato lo psichiatra Federico Trobianominato dal gip Angelo Giannetti, su richiesta del pm Laura Condemi, nella perizia effettuata a partire dal mese di agosto scorso sul romano 49enne di Casal Bertone individuato dai carabinieri come autore della sottrazione dell’urna cineraria di Elena Aubry.
Come si ricorderà, a maggio scorso la mamma di Elena Aubry, Graziella Viviano, in occasione dell’anniversario della scomparsa della 25enne motociclista deceduta il 6 maggio 2018, aveva denunciato la profanazione del sepolcro con il furto delle ceneri.
Dopo alcuni giorni di indagini i carabinieri ritrovarono il maltolto denunciando il necrofilo.
L’esame del Dna, resosi necessario anche per l’avvenuta rimozione della targhetta dall’urna, ha confermato che i resti appartengono alla ragazza.
Nel corso delle indagini, è emerso anche che il necrofilo di Casal Bertone anni fa era già stato arrestato dagli stessi carabinieri perché sorpreso a staccare con il cacciavite le foto di belle donne coi capelli lunghi e scuri dalle lapidi del Verano. ”Cerco la donna dei miei sogni, il mio amore”, si era giustificato allora come nel caso del furto dei resti di Elena Aubry.
INDAGATE SEI PERSONE PER L’INCIDENTE
Intanto prosegue anche il procedimento per individuare eventuali responsabilità sulle condizioni di pericolosità del tratto di via Ostiense dove è morta Elena.
Il pm Condemi ha concluso l’indagine: gli indagati sono sei e per loro l’accusa è di omicidio stradale.
Le ipotesi, suffragate da rilievi tecnici sofisticati, è che il manto stradale fosse sconnesso e fossero stati attuati scarsi controlli sulla messa in sicurezza.
Nella lista degli imputati, oltre i responsabili della ditta incaricata delle riparazioni delle buche, due dirigenti del Campidoglio in servizio al Simu (Servizio infrastrutture e mobilità urbana) e un funzionario per la manutenzione stradale del Municipio di Ostia.
Solo a luglio di quest’anno si è deciso di asfaltare la via Ostiense ed esclusivamente nel tratto in cui è avvenuto l’incidente di due anni fa.
Le riflessioni di Roberta Sacchi sul caso: Collezionava foto di donne trafugate dal cimitero del Verano il #necrofilo che aveva rubato le ceneri di #ElenaAubry
L’uomo aveva dichiarato che Elena rappresentava la fidanzata dei suoi sogni.
La perizia psichiatrica disposta dal GIP ha stabilito che il 47enne è capace di intendere e volere.
La pratica della #necrofilia è antica.
Sono descritti casi di necrofilia nell’antico Egitto e nell’antica Grecia.
Anche l’arte, la letteratura e addirittura la favolistica – si pensi ai rimandi della Bella Addormentata – si sono interessate a questa aberrazione.
Gli studi su questa perversione sono pochi per il tabù che la avvolge e per la relativa scarsità di casistica.
A differenza di un paio di decenni fa, oggi sappiamo che la percentuale di necrofili con insufficienza mentale o gravi forme di malattia mentale è bassa (tra 11% e 13%) mentre la stragrande maggioranza (circa il 67%) presenta gravi difetti di autostima.
La relazione con un cadavere permette a questi soggetti di non subire la frustrazione del rifiuto.
In alcuni casi la necrofilia si presenta come “formazione reattiva” al timore pervasivo della morte.
Nel 2009 Amil Aggrawal ha pubblicato il volume “Necrophilia: Forensic and Medicino-Legal Aspects” che attualmente rappresenta su questo tema il punto di riferimento per gli scienziati di tutto il mondo.
Seguendo la classificazione in dieci categorie proposta da Aggrawal, il necrofilo che ha trafugato l’urna di Elena Aubry può essere considerato un necrofilo feticista.
Vediamo la classificazione proposta da Aggrawal.
I – Giocatore di ruolo
Si tratta di soggetti lievemente patologici che non praticano attività sessuali con i cadaveri ma che provano un’intensa eccitazione sessuale nel fingere che il proprio partner sia morto.
Alcuni autori hanno definito questa pratica pseudonecrofilia o necrofilia simulata.
In alcuni casi si osserva una fantasia da vampiro dove il soggetto simula di uccidere mordendo il collo.
In alcuni bordelli è possibile soddisfare questa perversione.
La prostituta si “agghinda” come fosse morta, truccandosi in modo da sembrare pallida, indossando vestiti funebri e mettendosi in una bara.
II – Necrofilo romantico
Questi soggetti mostrano tendenze solo lievemente necrofile.
Si tratta di soggetti che non accettano la morte di un proprio caro e non tollerano di esserne separati. Mummificano il corpo della persona deceduta e continuano ad avere rapporti, anche sessuali, con il cadavere come li avevano in vita.
Sono persone che spesso necessitano di intervento psichiatrico.
III – Necrofilo ‘fantastico’
Si tratta di soggetti che fantasticano di avere rapporti con un cadavere ma non mettono mai in atto questa fantasia.
Per questo visitano cimiteri o luoghi funebri e la sola vista di corpi morti può essere fonte di piacere sessuale.
La sola vista di una bara può accrescere l’intensità del piacere sessuale.
Alcuni possono masturbarsi durante i funerali o negli obitori.
Particolare cautela va adottata nell’esposizione pubblica di cadaveri nelle teche di cristallo perchè questa pratica richiama l’attenzione di questi soggetti.
La maggior parte dei necrofili delle prime tre categorie non viene mai a contatto con il cadavere e prova piacere solo guardando.
Per questo vengono definiti anche necrofili platonici.
IV – Necrofilo tattile
In questa categoria rientrano i soggetti che traggono piacere sessuale dal toccare o accarezzare un cadavere.
Alcuni trovano lavoro come addetti mortuari o hanno a che vedere con professioni che riguardano la morte perchè la loro esigenza è di stare vicino ad un corpo morto.
Gli studenti di medicina che sperimentano un’erezione mentre dissezionano un cadavere rientrano in questa categoria.
V – Necrofilo feticista
Questi soggetti sono maggiormente patologici dei precedenti sebbene non praticano alcuna attività copulatoria con i cadaveri.
Tuttavia, se si imbattono in un cadavere e si presenta la possibilità, possono tagliare alcune porzioni del corpo – un seno, ad esempio – per poi praticare attività sessuali in un secondo momento.
Possono riporre parti del corpo – peli pubici, dita – in un piccolo portaoggetti o indossarli come amuleto al fine di una continua stimolazione erotica.
Alcuni si impossessano di vestiti o tamponi di cadaveri per farne feticci.
Questa perversione è nota come necrofeticismo.
Sebbene possono apparire simili ai soggetti in Classe II – che ugualmente possono preservare parti del loro caro deceduto per colmare il vuoto psicosessuale – i soggetti in Classe V mettono in atto questi comportamenti anche con corpi di persone sconosciute, cosa che i soggetti in Classe II non fanno.
VI – Necromutilomaniaci
Si tratta di soggetti che traggono piacere dalla mutilazione di un cadavere mentre compiono atti sessuali autoerotici. Traggono maggior piacere quando il corpo è caldo, ad esempio immergendo le mani nelle parti interne di un cadavere e imbrattandosi di sangue e liquidi corporei.
Molti operatori e tecnici mortuari rientrano in questa categoria.
VII – Necrofili opportunistici
In questa categoria rientrano soggetti che normalmente non hanno interesse per la necrofilia ma in cui questa perversione può comparire quando “si presenta l’occasione”
Per esempio può accadere che un soggetto uccida il/la compagno/a per gelosia e poi abbia un rapporto sessuale con il cadavere.
Poiché ne ho scritto a lungo, ritengo che #MicheleMisseri rientri in questa categoria.
VIII – Necrofili regolari
Si tratta di soggetti che hanno rapporti con i cadaveri regolarmente, anche se non in modo esclusivo.
Questi soggetti non provano piacere sessuale con i vivi, anche se occasionalmente possono avere rapporti sessuali “normali” senza tuttavia trarne piacere.
Per questo estumulano o trafugano cadaveri dai cimiteri.
IX – Necrofili omicidi
Si tratta di soggetti sadici che commettono omicidi per trarre piacere sessuale dal cadavere.
È la categoria di necrofili più pericolosa. La loro esigenza di avere rapporti sessuali con un cadavere è così forte da portarli ad uccidere.
Molti “lust murder” e serial killer appartengono a questa categoria.
Ritengo che #InnocentOseghale, l’omicida di #PamelaMastropietro, e il cosiddetto #MostrodiFirenze sono necrofili omicidi.
X – Necrofili esclusivi
In questa categoria, che è anche la più rara, rientrano i soggetti che hanno rapporti esclusivamente con i cadaveri e sono totalmente incapaci di avere rapporti sessuali con i vivi.
Poiché la loro necessità è pervasiva, possono essere disposti a tutto pur di ottenere un cadavere.