UIL FPL: GLI OSPEDALI LUCANI SONO AL LIMITE
“Basta con la politica degli annunci e si diano risposte immediate ai lucani e agli operatori sanitari”
L’andamento esponenziale della curva epidemica è preoccupante: la crescita del numero di ricoveri ospedalieri è tale che abbiamo già superato quelli del picco di aprile. Che gli ospedali siano prossimi al collasso è testimoniato dalla drammatica situazione dei Pronto Soccorso che hanno crescente difficoltà a ricoverare nei reparti di degenza. La tendenza a saturare rapidamente le risorse umane ed i posti letto, la riduzione dell’assistenza per i pazienti Covid negativi, per dirottamento di risorse ed energie su Covid positivi, impongono scelte rapide e decise”.
La UIL FPL di Basilicata chiede che con urgenza venga previsto l’allestimento di un’area modulare di degenza extra ospedaliera, con letti di Terapia Intensiva e Subintensiva. Non comprendiamo perché ancora non vengano utilizzati i presidi ospedalieri della regione, alcuni dei quali già pronti e disponibili per l’accoglienza dei degenti. Diventa oggi indispensabile l’istituzione di équipes dedicate e formate alla gestione clinica, così come la distribuzione dei DPI, da indirizzare celermente ai siti individuati.
Così come sull’ospedale da campo donato del Qatar, ancora oggi incompleto, mentre qualcuno esulta perché solo adesso, e dopo molti mesi di ritardi e attese, si va verso il completamento, chiediamo che agli annunci seguano celermente fatti concreti. In parallelo bisogna organizzare un’adeguata risposta territoriale, che in questi mesi avrebbe dovuto essere predisposta, creando posti letto per assistere i malati. Purtroppo la colpevole carenza di medici ed infermieri porterà ad un aumento dei turni aggiuntivi per il personale già massivamente occupato, turni che, ci auguriamo, saranno poi adeguatamente retribuiti.
La UIL FPL ha chiesto più volte, nei mesi estivi, aggiornamenti su come la Regione e le Aziende sanitarie locali si stessero preparando, in particolare per predisporre posti letto e reclutare personale. I fatti di oggi dicono che si è fatto ben poco. Siamo preoccupati altresì per l’aumento dei contagi tra gli operatori sanitari che si vedono costretti a trovare soluzioni alternative autonomamente e senza un reale aiuto da parte di nessuno, e per i quali avevamo più volte chiesto che i comuni predisponessero delle convenzioni con strutture alberghiere per permettere di svolgere l’isolamento ed evitare che il contagio dilaghi anche in famiglia.