IL LUNGO INVERNO DEI LUCANI IN ARGENTINA
Lettere lucane
Leggo sempre con grande attenzione il “Rapporto sugli italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes. Molto interessanti sono i dati del 2019 riguardanti la Basilicata. Provo a isolarne alcuni. In totale i residenti lucani sono 556.934, mentre i lucani residenti all’estero sono ben 133.914. In 8 comuni lucani ci sono più residenti all’estero che in patria (a Castelgrande su 100 abitanti 159 vivono all’estero, a Montemurro 145, a Pescopagano 116, ecc.). La nazione in assoluto dove ci sono più lucani è l’Argentina, dove vivono 32.528 nostri corregionali. Dalla fine dell’800 a oggi sono stati centinaia di migliaia i lucani approdati nella terra di Borges, tanto che non è sbagliato considerare l’Argentina la nostra seconda patria. Purtroppo però pochi sanno che in Argentina si sta consumando una silenziosa catastrofe sociale. L’Argentina è un Paese che negli ultimi vent’anni è fallito più volte finanziariamente, e questo ha determinato desertificazione produttiva, inflazione e disoccupazione. La situazione è precipitata a causa del Covid-19, che ha duramente colpito il Paese. Per affrontare la pandemia il Governo ha imposto un lockdown di circa sette mesi, portando al 40% la popolazione che vive in povertà. L’area più colpita dal coronavirus è quella metropolitana di Buenos Aires; infatti nelle periferie della capitale argentina sono sorte numerose bidonville, la più grande delle quali si trova a Guernica, dove 2.800 famiglie vivono in baracche di fortuna. Ma gli accampamenti sono sorti un po’ ovunque, perché i tanti default e ora la pandemia hanno fatto salire vertiginosamente il numero dei disoccupati. L’aspetto che più mi colpisce di questo lungo inverno argentino è che i lucani che vivono lì non hanno mai pensato di ritornare in Basilicata, e questo dimostra ancora una volta un accasamento spirituale profondo e struggente.
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