LA POLITICA DELLE PAROLE, DOPO QUASI 2 MESI IL CONSIGLIO: FUORI DAL TEMPO E DALLA STORIA
Maggioranza e opposizioni percorrono i comodi cammini della retorica: tutti contenti, ognuno ha detto la sua
Per motivi non collegati al tema della gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, durante il Consiglio regionale, sono stati citati anche i nomi, per rievocare una Basilicata che fu, ma che forse in parte ancora è, di Carlo Levi e dell’antropologo Ernesto De Martino, e per pura casualità se si volesse trovare una sintesi alla seduta svoltasi ieri, senza scomodare i concetti di storia e metastoria tanto cari al napoletano, si potrebbe, però, affermare che l’Assise lucana è anacronistica. A quasi 2 mesi di distanza dall’ultima convocazione, risalente all’8 settembre scorso e tralasciando la recente seduta unicamente dedicata alle mozioni, finalmente i consiglieri regionali sono tornati nuovamente tra i banchi dell’Aula, ma la politica lucana tutta, opposizioni comprese, è costantemente superata dai fatti.
Qualche sprazzo di riflessione, seppur a mo’ di riflesso condizionato, c’è anche stato, ma effimero.
Dal Pd, Cifarelli e Pittella, è stato accennato il fatto che «tra 15 giorni non so se potremo vederci», in riferimento a un nuovo lockdown come nella prima fase del Coronavirus. Ragionamento, però, poi presto abbandonato perchè per le opposizioni più comodo seguire la scontata strada del quel che non si è fatto, ma si doveva fare.
Per la maggioranza, invece, altrettanto confortevole il cammino del governo regionale dell’efficienza, almeno a parole.
Autocritica zero, alibi tanti: il governo, nazionale in questo caso, mancante su questo e su quello.
Il massimo dell’acume nella maggioranza, e il dettaglio rende la cifra, lo ha raggiunto il consigliere leghista Cariello che ha suggerito al governatore Bardi che «i problemi si distinguono da Regione a Regione». Per cui la Basilicata «ha problematiche diverse dalla Lombardia», così come «un centro commerciale lucano che il Governo Conte ci ha fatto chiudere sabato e domenica è diverso da un centro commerciale di Roma, è diverso da un centro commerciale di Bari, è diverso da un centro commerciale del Veneto».
Dichiaratosi contro il lockdown totale, Carriello ha proposto a Bardi di battere i pugni col governo nazionale perchè «non ci può imporre delle chiusure a noi in Basilicata uguali a quelle della Lombardia».
Potrebbe Cariello non essere del tutto preoccupato dalle chiusure, riportano dei rumors, se i suoi attacchi allo stesso governatore da lui sempre elogiato, collegati a una sua non arrivata promozione. Sembrerebbe che Cariello mirasse addirittura a un assessorato, ma senza rimpasto di Giunta, è rimasto a mani vuote. Il governatore Bardi, in una delle sue rarissime apparizioni in Consiglio, ha recitato la propria parte per poi appena uscito dall’Aula annunciare, come ha fatto, l’ordinanza della didattica a distanza per le scuole superiori innalzata al 100%. Neanche un mese fa, il 24 settembre, le scuole le aveva riaperte “in sicurezza”. Se la credibilità si misurasse a parole, è questo del centrodestra davvero un governo del «cambiamento». Il capogruppo consiliare della Lega in Regione ha anche lanciato, alla sua, un messaggio distensivo alle opposizioni, “se farete i bravi, vi faremo partecipare alle scelte”, e prontamente le minoranze si sono mostrate contente di «dare il nostro contributo in maniera positiva e costruttiva». Quale contributo, poi,
più, niente di meno di quanto si può sentire in qualunque talk show. Chissà se è per questo che il presidente Cicala sembrava proprio calato nella parte del teleconduttore con i suoi continui richiami alla «gente che ci segue da casa». Discorsi, salvo intervenire, almeno la maggioranza che può, con ritardo per rincorrere gli eventi.
Tutti oratori e tutti contenti di aver detto la propria, che poi, in concreto, corrisponde al
non aver detto nulla. A dare il triplice fischio alla seduta, come da prassi, anche se non è stato il nutri-score il “cavillo”, il leghista Cariello. Come ha chiesto di anticipare la discussione della mozione “Azioni volte al contenimento della diffusione del covid-19 nel settore del trasporto pubblico locale su gomma”, il presidente Cicala, constatata la mancanza del numero legale, ha dichiarato sciolta la seduta.