SUA ECCELLENZA MONSIGNOR PINO CAIAZZO : “DIO NON TOGLIE LA VITA: DONA DI PIÙ, LA VITA ETERNA”
Matera ricorda i defunti, sul sagrato del cimitero del “Pantanello” una messa blindata dalle severe norme anti-Covid, ammesse solo 50 anime
Mai come in questi momenti in cui la vita è particolarmente esposta alla minaccia della morte, il silenzio di chi riposa in pace ci fa raccogliere in preghiera e profonda meditazione sul sagrato del cimitero nuovo in contrada “Pantanello” a Matera dove Sua Eccellenza Monsignor Pino Caiazzo, presente il Sindaco Bennardi e alcuni esponenti delle forze armate e della polizia municipale, ha celebrato la messa solenne del 2 novembre per la commemorazione dei defunti. Le sue sono state parole d’indubbia fede, ma soprattutto di salvifica speranza nella vita eterna. Eppure, proprio alla vigilia della festività di Ognissanti la vicina comunità religiosa del Santuario di Santa Maria di Picciano, un piccolo eremo che affonda nel XIII secolo le sue origini monastiche, un vero rifugio di spiritualità immerso nella natura, era stata anch’essa avvolta dalle malefiche spire del Covid: quattro monaci e una suora infatti erano risultati positivi al Covid e l’intero santuario messo in quarantena affinché l’Ufficio Igiene delle ASL procedesse all’ isolamento dei positivi nessuno dei quali per fortuna aveva avuto necessità del ricovero ospedaliero.
E le preghiere elevate al cielo durante la messa sono state anche per costoro e per tutti coloro che purtroppo, a seguito delle procedure d’emergenza covid, vennero sepolti senza neanche la possibilità di un rito funebre. << Oggi è il giorno – dice Mons. Caiazzo – in cui pur avvertendo il vuoto e il dolore che procura la morte di una persona cara, meditiamo e onoriamo i corpi inermi, nell’attesa della risurrezione, dono di Vita eterna>>.
Poi, quasi leggendo nelle menti e nei cuori di tutti gli astanti, Mons. Caiazzo interpreta il loro pensiero dominante di confusione e spavento al cospetto della tragedia pandemica mondiale. Queste le sue parole di conforto:<>. È dunque proprio <>. E questa certezza ci giunge attraverso i secoli e le scritture. Essa è testimoniata dal grido di Giobbe:<< Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro». E’ la vittoria della vita sulla morte. Ciò che viene da Dio ritorna a Dio>>.
Così si è conclusa la celebrazione del 2 novembre, il giorno di commemorazione dei defunti, ma anche il giorno di contemplazione della vita che sebbene minacciata, umiliata, stremata dalla pandemia e dalle sofferenze, rimane il più bel dono d’immortalità che riceviamo in Cristo Gesù che con il suo amore per noi ha sconfitto la morte.