ROSA, L’AGIT-PROP DIVENTATO POLTRONA
Tacco&Spillo
Non sappiamo se Gianni Rosa abbia ancora memoria delle sue lagnose incursioni con cui, nelle passate legislature, animava, quasi sempre in peggio, il dibattito politico fustigando il centrosinistra sullo scibile istituzionale, ma da quando è stato nominato assessore esterno a discapito di Giovanni Vizziello, consigliere di FdI, non c’è giorno che non lo si veda sperticarsi a favore del sessantanovenne governatore della Basilicata, Vito Bardi. Ora lasciamo stare la civetteria del nominato verso il nominante, ma che per una poltrona, peraltro ottenuta miracolosamente dopo la disfatta del suo risultato elettorale, ci debba propinare in versione sovietica da agit-prop, le virtù di un presidente anziano ed in residenza stabile a Napoli e di un governo regionale rattoppato sulle inconcludenze è davvero troppo. C’è da dire che sempre per l’effetto della grazia ricevuta, Gianni Rosa è riuscito anche ad avere conveniente disinvoltura e non provare alcun rossore per le abiure che ha fatto sulle proroghe ai dirigenti, sugli stipendi faraonici ai burocrati regionali, su capacity building e finanche sull’incarico al San Carlo di Spera, tanto per fare un elenco breve su cui pure ha infierito. Canta Vasco Rossi “voi abili a tenere sempre un piede qua e uno là avrete un avvenire certo in questo mondo qua, però la dignità”.