RICORDI DI UN GIOVANISSIMO SAVIANO A POTENZA
Lettere lucane
Nel 2002 aiutai due miei coetanei potentini – Michele Franzese e Fabio Pappacena – a organizzare un festival letterario chiamato “Bookmark” – forse uno dei primi fatti in Basilicata con la formula che attualmente conosciamo. Di quelle lontane giornate potentine serbo un bel ricordo, forse perché eravamo poco più che ventenni, e ogni cosa che facevamo era una scoperta. Qualche giorno fa mi sono rivisto a Roma con Michele Franzese, e di colpo ho ripensato a quei giorni. Gli ho ricordato fatti e nomi del festival, a cui parteciparono molti scrittori di rilievo nazionale e internazionale. Ma Michele non ricordava la cosa più prestigiosa, e cioè che “Bookmark” fu uno dei primi eventi pubblici a cui partecipò un giovanissimo Roberto Saviano. “Saviano? Ma tu che dici?” “Proprio cosi, Michele”. I fatti andarono in questo modo. Invitammo al festival lo scrittore Giuseppe Montesano, e stabilimmo che a presentarlo fosse il critico letterario Giuseppe Roncioni. Ma qualche giorno prima di venire a Potenza, Montesano mi chiamò al telefono e mi disse: “Insieme a Roncioni vorrei portare con me un giovane studente di filosofia. Si chiama Roberto Saviano. È un ragazzo giusto, una mente fantastica”. Gli dissi di sì senza problemi. Il giorno della presentazione vidi per la prima volta questo ragazzo timido e silenzioso, introverso ma estremamente gentile. Aveva ventitré anni, e nessuno di noi poteva sapere che di lì a qualche anno sarebbe diventato lo scrittore italiano contemporaneo più conosciuto a livello mondiale. Ovviamente Michele – che è rimasto un iperattivo che fa mille cose contemporaneamente – non poteva accorgersi della sua presenza, visto che già all’epoca godeva a vivere trafelato in mezzo a mille problemi organizzativi. Ma alla nostra età diventa sempre più urgente riannodare i fili, e mettere ordine nelle troppe cose vissute negli anni tumultuosi della giovinezza.