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CHIUSURA DELLE SCUOLE: CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

La Flc Cgil non solo non è contraria alla chiusura, ma ritiene che essa debba essere fatta se non vi sono le condizioni di sicurezza per studenti e lavoratori

Ci vediamo costretti ad intervenire per ribadire la nostra posizione sulla chiusura delle scuole, che è stata mal riportata da alcuni organi di stampa (in qualche titolo maldestro) e strumentalizzata dai soliti mestatori di professione. La Flc Cgil non solo non è contraria alla chiusura, ma ritiene che essa debba essere fatta se non vi sono le condizioni di sicurezza per studenti e lavoratori, come d’altronde stanno facendo alcun sindaci, non solo delle zone rosse, e da ultimo il Sindaco di Melfi, che ha chiuso le scuole di I grado, dove ci è stato segnalata la mancata effettuazione del tampone a studenti e lavoratori di diverse classi al termine del periodo di quarantena. Se la Regione non è in grado di garantire la sicurezza nelle scuole, o se la task force ritiene che le scuole siano un focolaio di propagazione del virus (senza peraltro fornire alcun dato al riguardo), è bene che le chiuda, e lo faccia anche rapidamente, invece di fare annunci in paternalistici videomessaggi o di cercare “sponde” nel sindacato o in qualche petizione oppure confidando nell’eventuale lockdown nazionale, da utilizzare come copertura. Il Presidente Bardi faccia ciò che fanno i sindaci, assumendosene la responsabilità e, come si usa dire, “mettendoci la faccia”, senza ulteriori traccheggiamenti.

La Flc Cgil è da sempre schierata per la didattica in presenza, perché sola connota e definisce il fare scuola, ma a condizione che si svolga in condizioni di sicurezza e che sia garantito il diritto alla salute degli studenti e degli operatori scolastici, che è un bene primario e non negoziabile, in assenza del quale non vi è altra strada che la chiusura. Detto ciò, ed espressa in maniera chiara ed inequivoca la nostra posizione, non possiamo non rilevare che quello che accade è la cronaca di un fallimento annunciato. Per responsabilità del Governo nazionale, che ha impiegato l’estate a discutere di plexiglass e banchi a rotelle (arrivati negli istituti superiori a scuole chiuse!) invece di affrontare i veri temi legati alla riapertura in sicurezza e in presenza: ridurre gli alunni per classe (fino ad un massimo di 15); rimodulare e scaglionare gli ingressi in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici e potenziando i trasporti; mandare in cattedra tutti i docenti a settembre anche attraverso procedure semplificate dei concorsi straordinari e partendo per tempo nella ridefinizione delle Gps.

Temi su cui la Ministra non ha voluto ascoltare le proposte del sindacato, che avrebbero consentito una migliore e più efficace ripartenza della scuola. Ma anche per precipue responsabilità della Regione, che sta affrontando la crisi pandemica all’insegna dell’insipienza e dell’immobilismo, tanto nella sanità quanto nella scuola, senza il coinvolgimento delle parti sociali. Carenza di posti letto, mancato collegamento tra medicina e territorio, mancanza di adeguati sistemi di tracciamento, completa inazione nell’organizzazione dei trasporti, assenza di tamponi e test rapidi e di presidi sanitari nelle scuole, sono il segno dell’evidente fallimento delle politiche regionali in tema di pandemia.

Sulla scuola la Regione è protagonista di una sorta di “fatalismo” autoprodotto e autoindotto, di tattiche dilatorie e atteggiamenti rinunciatari, di profezie che si autoavverano (senza far nulla perché non si autoavverino) spacciate per capacità di previsione. E’ quanto accaduto sui trasporti, nella didattica a distanza, e adesso nell’annunciato provvedimento di chiusura delle scuole. Un sindacato che fa il suo mestiere (e noi fin qui lo abbiamo fatto fino in fondo, ponendo questioni e facendo proposte concrete) senza cadere in facili opportunismi, ha il dovere di tutelare il diritto alla salute e la sicurezza nelle scuole, ma, contestualmente, deve anche chiedere conto alla politica delle sue inadempienze, perché vi sia un significativo cambio di passo. E’ quanto stiamo facendo, esercitando fino in fondo il nostro ruolo e la nostra funzione, rivendicando veri tavoli di confronto permanente, per costruire insieme a tutte le parti interessate soluzioni condivise per fronteggiare una emergenza che rischia ormai di uscire dal controllo. Per il bene dei lavoratori della scuola, degli studenti e dei cittadini lucani.

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