ABUSI EDILIZI, PROROGHE CONCESSIONI E SANITÀ ANCORA ALTRE BOCCIATURE PER IL CENTROSINISTRA
Pioggia di «illegittimità» per l’ex governance Pittella: dall’anti concorrenzialità alla fantasia normativa senza copertura di spesa
La scorsa legislatura di centrosinistra, si è contraddistinta anche per le numerose impugnazioni delle leggi regionali da parte del Consiglio dei ministri che in molti casi hanno poi portato alla dichiarazione di «illegittimità» da parte della Corte Costituzionale. Seppur ormai da oltre un anno e mezzo, la governance regionale è di centrodestra, a distanza di 2 anni dall’impugnazione, era l’agosto del 2018, ancora bocciature per i legislatori di centrosinistra. È stata dichiarata la «l’illegittimità costituzionale» di 4 articoli della legge regionale del giugno di 2 anni fa. I temi sono: acque minerali, termali e di sorgente, edilizia e prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate ai cittadini non residenti in Basilicata.
PROROGHE CONCESSIONI ACQUE MINERALI Sull’acqua, come già accaduto per la vicenda di Cotrab e del Trasporto pubblico regionale, la Regione a guida Pittella anche se per ragioni differenti, bollata di essere anti-concorrenziale. L’argomento royalties dell’oro blu, è tematica attuale in quanto il centrodestra che nel marzo scorso aveva deciso per l’aumento, ora spinge per la sospensione dell’incremento di determinati oneri. Nel 2018, invece, la questione riguardava la durata delle concessioni per lo sfruttamento di acque minerali e termali «nelle more dell’adeguamento delle procedure regionali alle regole della concorrenza». La previsione normativa bocciata ora dalla Corte Costituzionale prevedeva la proroga delle concessioni citate dal 30 giugno, che era il termine ultimo di validità come previsto dalla legge regionale dell’anno prima, al 31 dicembre 2018. Per i giudici, 6 mesi di troppo. Poichè al fine di garantire la libera circolazione dei servizi e «l’apertura del mercato a una concorrenza non falsata», vi era l’obbligo di adottare «una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di imparzialità e di trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento» e il conseguente rilascio di un’«autorizzazione» per una durata adeguata, ma pur sempre limitata, senza possibilità di «prevedere la procedura di rinnovo automatico», né di «accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami». Per la Corte costituzionale, inoltre, «non è sufficiente ad evitare la declaratoria di illegittimità», la durata limitata, circoscritta a soli 6 mesi, della proroga che dispose nel 2018 il centrosinistra.
EDILIZIA E NUOVE SANATORIE DI ABUSI Dalle acque alle disposizioni per consentire «il completamento delle opere edilizie per le quali il mancato completamento delle opere costituisce pregiudizio al decoro o alla qualità urbana dell’area e il completamento funzionale è oggetto di un apposito progetto sul quale si esprime l’Ufficio tecnico comunale, nel caso in cui sia stato riconosciuto che il ripristino dello stato dei luoghi non sia possibile in quanto la demolizione delle opere realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo potrebbe pregiudicare strutturalmente la restante parte delle opere esistenti e sia stata pagata la relativa sanzione». L’esito è stato identico: «illegittimità costituzionale». Perchè, in sintesi, la Regione Basilicata aveva così introdotto «nuove ipotesi di sanatoria di abusi edilizi», diverse da quelle normate dal legislatore nazionale. Per le quali, per esempio, «è sempre prevista, quale regola generale, la demolizione o il ripristino dello stato dei luoghi in caso di interventi realizzati in assenza o difformità del titolo edilizio».
SANITÀ E TETTI DI SPESA Bocciato, infine, il combinato disposto che avrebbe consentito di non computare nel tetto di spesa regionale, le prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate da strutture sanitarie accreditate a cittadini non residenti in Basilicata, stabilendo inoltre che «le prestazioni erogate in eccedenza rispetto al tetto di spesa siano rimborsate solo dopo la definizione degli accordi assunti in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano». Il centrosinistra introduce così «una deroga ai tetti di spesa non ammessa dalle norme statali, determinando oneri non quantificabili e non coperti». Anche in questo caso, come per i due precedenti, dichiarata «l’illegittimità costituzionale». A distanza di oltre 1 anno e mezzo dalla fine dell’ultima legislatura di centrosinistra, per l’allora governance regionale ancora bocciature, postume, ma significative e rilevanti, sulla qualità ed efficienza dell’attività legiferativa.