LE DIMISSIONI DEI MIGLIORI
Tacco&Spillo
A leggere la lettera di dimissioni che Vincenzo Barile, responsabile della piattaforma Covid-19 ha indirizzato alla Regione c’è da rimanere di stucco. Con sobrietà e cadenza oggettiva, con cui attesta peraltro le sue qualità di medico e di manager della sanità, finanche riconosciute a denti stretti dal nugolo vociante e invidioso dei suoi nemici, ha messo in fila il risultato del suo impegno che, per la cronaca, è servito a potenziare la funzionalità del sistema nonché ad incrociare nel bollettino epidemiologico i dati della piattaforma con i flussi rivenienti dai laboratori di processazione. La mossa è riuscita quantomeno a risollevare, in chiarezza e rigore, l’anarchia compositiva che sin dall’inizio della crisi pandemica c’era stata sui dati Covid-19, perennemente declinati in errata corrige e con gestione diretta del trio Leone-Esposito-Calenda, per due terzi made in Napoli. Eppure nonostante la scrittura trattenuta il passaggio sul non “aver alcun mandato di analisi ai fini programmatori” la dice lunga sull’accerchiamento fatato che ha dovuto subire Barile. Ogni giorno persone di valore come lui cadono vittima dell’approssimazione e del pilatismo, qualità istituzionali in cui eccelle anche l’anziano governatore e su cui, prima o poi per fortuna ritornerà il giudizio dei lucani.