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I CICALA’S ALL’ATTACCO DI BARDI OPERAZIONE COPERTURA MISFATTE

Ne hanno combinate di ogni in Lega: ora vanno all’attacco della maggioranza in cerca di nuova scalata e per coprire le malefatte

I Cicala’s fatti fuori dalla trattativa Eni, vanno in debito d’ossigeno. E, attraverso il fratello maggiore del Presidente del Consiglio regionale Carmine, il sindaco Amedeo, attaccano a testa bassa. Un modo per coprire anche le loro vergone politiche. Citarle tutte sarebbe troppo lunghe. Una su tutte, quella che ha fatto infuriare anche Salvini: il pasticcio Covid bonus a Viggiano, a beneficio d “mezza famiglia”. Stando ai rumors, capito che nella Lega non è più area starebbero cercando una nuova casa, dopo essere stata Pittelliani, il nuovo indirizzo sarebbe proprio nella fazione opposta, quella che ha sempre massacrato Marcello: Fratelli d’Italia. Il partito lucano che somiglia sempre più a un vero e proprio rifugio dei peccatori, accogliendo anche in Basilicata la qualunque, il segretario regionale è l’ei fu pentastellato Salvatore Caiata, conserva l’uscio d’ingresso semi aperto per i germani da Viggiano. Se per il sindaco del Comune lucano del petrolio, Amedeo, l’operazione del cambio di casacca potrebbe risultare più agevole, maggiormente complessa, ma non per questo impossibile, risulta, invece, quella del presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. Per lui si preannuncia quasi un «che fai mi cacci?» di Finiana memoria, all’epoca era presidente della Camera, quando dal Popolo della Libertà così si rivolse, prima dell’abbandono, al presidente del Consiglio dei ministri, era il 2010, Berlusconi. Nella spartizione la Lega ha conquistando tanto la vice presidenza della Giunta, quanto la presidenza del Consiglio regionale. Tuttavia, seppur sotto il vessillo di altro partito diverso dalla Lega, Fratelli d’Italia, Cicala si mostrerà pronto a difendere la poltrona senza se e senza ma. Di qui, il «che fai mi cacci?» del “Re” Carmine. Data la delicatezza dell’operazione cambio di partito, in avanscoperta è andato, e continuerà a rimanerci, il fratello sindaco di Viggiano Amedeo. All’improvviso, il Cicala primo cittadino si sarebbe accorto soltanto adesso che nel centrodestra lucano manca la «condivisione» su temi importanti e che il «cambiamento» è fasullo, tanto che i risultati che «non arrivano ». Più che da onestà istituzionale, gli attacchi che Cicala sta riservando alla governance regionale, appaiono subordinati a una serie di rivendicazioni inevase. Su tutte, del resto già l’assessore Cupparo ha avuto modo di metterlo in riga, quella riguardante il petrolio. Cicala reclama e personalmente esige più protagonismo e non gradisce il suo ruolo minore soprattutto nell’ambito delle trattative per il rinnovo della concessione Val d’Agri che per l’Eni è scaduta dall’anno scorso. Il petrolio è la benzina del suo modo di fare politica e per questo senza non riesce a viaggiare. Non contento della grazia concessa a lui dal leader nazionale della Lega, Salvini, sulla vicenda del Covid bonus fai da te, da Cicala sindaco fatto e da Cicala famiglia incassato a piene mani, il “principe” Amedeo con stilettate da “fischio al cane”, più che i contenuti, interessa che le urla arrivino agli alleati, ha cominciato ad “abbaiare”: contro la maggioranza ed anche, ma soprattutto, contro l’Eni. Forse per un leghista di meno in Regione, qualora Carmine Cicala compagno di banco dell’unico consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, ci metterebbe la firma pure il governatore Bardi che da espressione di Forza Italia, subisce in maniera accentuata il Carroccio, cavandosela, un giorno sì e l’altro pure, grazie a stratagemmi uno alla volta. Can che abbaia, non “dorme”, ma ha sete: chissà se, nel caso dei Cicala’s, un “bicchiere” di petrolio basterà a placarla. Che sia nella Lega o che sarà in Fratelli d’Italia, i Cicala’s comunque non sanno resistere a un’ambizione: la scalata del partito. I meloniani sono avvisati

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