UNA QUESTIONE DI COSCIENZA
Tacco&Spillo
Non sappiamo se con le dimissioni dignitose di Vincenzo Barile, medico capace e di grande cultura organizzativa, il sistema regionale di contabilità epidemiologica si possa ancora qualificare di rigore ed ambizioni scientifiche, attesa la fenomenologia napoletana degli errata corrige che ormai riversa uno stuolo di preoccupate ironie. Sta di fatto però che l’incrocio di contagi, di ricoveri e decessi che pure una piccola ed inaccessibile regione come la nostra non avrebbe dovuto avere, sta sollevando un carico d’indignazione così forte da far tremolare la peggiore tra le lingue di pietra. Dinnanzi a questo sfacelo gestionale dell’emergenza sanitaria che sta sempre più facendo arrossire la Basilicata, il sessantanovenne Bardi anziché dimettersi continua a nulleggiare tra acrobazie, indecisioni e smemoratezze pensando bene di preservare, come fosse l’ultimo fasto borbonico, il doppio stipendio che da pensionato generale e governatore s’intasca, per molte migliaia di euro al mese. Eppure l’esercizio di accomodamento della coscienza non solo fa ridiscutere in basso la sua storia di militare di vertice, ma la dice lunga sulla possibilità di un guida credibile che pur la nostra regione si dovrebbe meritare. Scrive Thomas de Quincey:“in molti passi della vita, una coscienza è un ingombro più costoso di una carrozza”.