GIUZIO AMBIENTE, LA VERTENZA SI FA TESA UNO DEGLI OPERAI SI INCATENA AL CANCELLO
La rabbia dei sindacati: «Stipendi arretrati e mancanza di prospettive». I lavoratori avvertono: «In assenza di risposte nuovo sciopero»
Un vertenza lunga quella della “Giuzio ambiente” quasi ventennale, azienda che opera in proroga ed in appalto per conto dell’Asi, per la gestione dei servizi sulle aree industriali (conduzione impianti di depurazione, gestione reti fognarie, reti acqua industriale, verde e manutenzione strade, impianti di trattamento acqua industriale e potabilizzazione). L’adesione allo sciopero è stata della quasi totalità dei lavoratori coinvolti, circa 60 che non solo hanno manifestato per la mancata retribuzione del mese di ottobre, ma anche perl’assenza di prospettive occupazionali e salariali peri prossimimesi. Non sono mancati momenti di tensione nel corso della protesta, un operaio di è incatenato ai cancelli. Secondo i sindacati «questa storia è causata esclusivamente dalle non scelte o dalle scelte sbagliate dell’Asi, e della politica lucana in toto.
Quando un lavoratore dopo trent’anni di lavoro arriva a compiere gesti del genere, dovremmo tutti vergognarci, perché questi atti estremi dimostrano che i lavoratori non ce la fanno più, ne dal punto di vista salariale per il mantenimento delle proprie famiglie ma soprattutto dal punto di vistamentale e ciò è dovuto non alla mancata retribuzione del mese scorso ma a vent’anni di ritardi, di ulteriori ritardi, di elemosine (vedi 20,30,40, 50% dello stipendio) e noi chiediamo al Presidente Bardi di mettere fine una volta per tutte a questo squallore». «Sarebbe facile, e lo è, entrare nel populismo -aggiungono-ma vorremmo che ogni consigliere regionale immaginasse solo per un momento cosa proverebbe ad elemosinare il proprio stipendio,stipendi quelli di Giuzio di circa 1200 euro al mese. Cercate di darvi una scossa nella settimana a venire, trovate una soluzione concreta, e lo diciamo a tutto il Consiglio Regionale, maggioranza e minoranza, destra e sinistra, giallo blu verde e rosso, diteci cosa volete fare».
Le azionisindacali e disciopero continueranno nelle date già annunciate del 27 novembre e del 4 dicembre e «la rabbia non potrà che aumentare, perché di questi tempi perdere una giornata di lavoro – per gente normale significa perdere circa 70 euro al giorno e non ce lo possiamo permettere.»