TOMMASO COVIELLO: GIORNATA CONTRO L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
“Il Codice Rosso ha colmato alcune gravi lacune, ripartire dal ruolo educativo delle scuole e trovare il coraggio di denunciare”
La violenza, le vessazioni e le umiliazioni quotidiane nascoste in un matrimonio, in un fidanzamento, in un rapporto di convivenza o di lavoro, spesso, si palesano tragicamente, altre volte emergono con più difficoltà. Senza ignorare il fenomeno dell’infibulazione femminile che vede in Italia una popolazione stimata in circa 5mila bambine che hanno subito gravi mutilazioni.La Legge 69/2019, così detta Codice Rosso, fortemente voluta dalla Lega e dall’allora ministro Bongiorno, ha colmato alcune gravi lacune nel sistema giuridico della tutela delle donne: la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, il revenge porn, reato figlio della nostra modernità e dell’uso perverso dei sentimenti e della tecnologia. Con il dato fortemente allarmante che vede coinvolti sempre più minorenni.
La stessa legge prevede che le denunce per reati di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate commessi all’interno delle mura domestiche devono essere trattate con la massima urgenza ed il magistrato ha 3 giorni di tempo per ascoltare la vittima. Sono state rafforzate, infine, le misure preventive per la violenza sessuale, l’abuso sui minori, il tentato omicidio passionale e lo stalking. Purtroppo i numeri non sono ancora incoraggianti e la cronaca è quotidianamente eloquente. Soprattutto in questo periodo, si segnala, inoltre, un significativo aumento di richieste di aiuto e supporto psicologico da parte di molte donne che, talvolta, erano già attenzionate dai Centri antiviolenza.
Madri, fidanzate, compagne, figlie, colleghe indifese che, a causa dell’emergenza Covd-19 hanno subito con maggiore assiduità i maltrattamenti e le violenze che trasformano le mura domestiche in una prigione. In questa giornata il mio ringraziamento è rivolto alle Forze dell’Ordine, alle Onlus, alle associazioni, ai centri di ascolto, alle parrocchie e a chi quotidianamente offre un sostegno, una mano, un sorriso alle donne vittime di violenza. Ripartiamo dal ruolo educativo delle scuole e riponiamo gli sforzi per formare ed educare correttamente le nuove generazioni: la battaglia contro la violenza sulle donne deve iniziare anche e soprattutto dai giovani. Infine mai perdere la fiducia nella giustizia: il mio invito è, ove sia possibile, di allontanarsi e di denunciare, sempre. Con coraggio. Perché se è successo una volta può succedere ancora.