SOSPENSIONE ATTIVITÀ DI SCREENING ONCOLOGICO, «A RISCHIO LA SALUTE DI 15MILA DONNE LUCANE»
L’appello della Cgil: «Inaccettabile, la Regione intervenga»
«La sospensione in Basilicata dell’attività di screening oncologico per la prevenzione del tumore al colon retto e cervico uterino ha assunto connotati grotteschi. In un momento in cui l’emergenza pandemica richiede il massimo dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni nel garantire un sistema di prevenzione che funzioni, si abbandona al suo destino un’attività fondamentale per la tutela della salute dei lucani».
È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
«È sconcertante verificare che, invece di affrettarsi nel recuperare il crollo degli screening avvenuto durante la pandemia, ci si impantani in un immobilismo burocratico che nega l’esigibilità del diritto alla salute.
Il prolungarsi del blocco dell’attività di screening – continua Summa – in nefasta sinergia con le difficoltà del sistema sanitario regionale di questi mesi e in piena seconda ondata Covid, mette a rischio la salute di 15mila donne lucane oltre a vanificare i 20 anni e più di politiche della prevenzione, fiore all’occhiello della nostra regione. Lo scaricabarile tra Asp e Regione è inaccettabile. La Regione intervenga con urgenza – conclude Summa – e garantisca il diritto alla salute di tutti i lucani: la prevenzione oncologica non può fermarsi».