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GUARENTE CENSURA CRONACHE

Potenza, il sindaco soffre l’informazione libera: ecco il perché

Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Se però a domandare è un organo d’informazione e l’interpellato è chi amministra la cosa pubblica il nesso che attende la risposta è un po’ più complicato e importante di un proverbio. Per chi fa informazione, sia esso un grande quotidiano o un quotidiano locale, domandare non è solo lecito bensì doveroso. Per l’istituzione rispondere è forse più che una cortesia. In gioco c’è la qualità dell’informazione e del dibattito pubblico e con essi anche la democrazia poiché, come è noto, le moderne democrazie hanno nella libertà e nella completezza dell’informazione un pilastro fondamentale. Ritenendo quindi di fare il nostro dovere, sia nei confronti del dibattito pubblico sui temi più importanti che riguardano la Basilicata sia verso i nostri lettori. Abbiamo tentato nei giorni scorsi di proporre un contributo sulla città di Potenza attraverso un servizio di Cronache Tv (rete televisiva appartenente alla grande famiglia di Cronache). È doveroso dire “abbiamo tentato” considerato che il sindaco di Potenza, Mario Guarente ancora una volta ha evitato di fare la “cortesia” ai nostri giornalisti di poter compiere il loro dovere. Senza troppi giri di parole il sindaco Guarente all’operatore inviato da Cronache Tv ha detto di non voler essere ripreso dalla nostra emittente e di non voler avere nulla a che fare con tutti i canali di informazione appartenenti alle nostre testate.

Non è la prima volta che il sindaco Guarente non si pone nel migliore dei modi nei confronti di Cronache, rea secondo il primo cittadino di averlo “trattato male” su diversi temi. Fare inchiesta è il nostro pane quotidiano che piaccia o meno al primo cittadino. Allo stesso tempo queste inchieste possono riscontrare il suo favore, come quando in campagna elettorale per le scorse comunali ci siamo occupati più volte dei suoi avversari sottolineando le contraddizioni e andando in suo favore. Come è successo anche il contrario.

Ad esempio quando nella nostra rubrica “Tacco e Spillo” riferendoci ad un sindaco di fresca elezione abbiamo raccontato degli “stravizi” nei festeggiamenti natalizi e senza nessun riferimento al primo cittadino potentino, Guarente si è sentito chiamato in causa “auto accusandosi”.O quando non avrebbe accolto il suo favore l’inchiesta di Cronache sulla nomina di un addetto alla comunicazione del sindaco, che sarebbe dovuta palesarsi con la nomina di Donatella Mancusi (molto vicina nelle scorse legislature al centrosinistra, essendo stata tra l’altro la segretaria particolare dell’ex sindaco Santarsiero), sfumata dopo aver portato alla luce l’avviso pubblico farsa messo in piedi dall’amministrazione. Sollevando l’ira dei cittadini e dei tanti professionisti esclusi. Il sindaco avrebbe perso le staffe anche per un altra inchiesta di Cronache che avrebbe fatto “aprire gli occhi” non solo giornalistici sul come si è giunti alla nomina dell’attuale Au dell’Acta.

Un altro avviso pubblico poco chiaro e che Cronache aveva previsto lo vincesse l’avvocato Naborre ancora prima che si facesse il bando. Ed era fatto così notorio che lo vincesse Naborre che anche l’esponente di maggioranza, Di Giuseppe di Idea, fece gli auguri a Naborre per la nomina ancor prima che fosse emanato l’avviso. Inoltre, da voci molto vicine alla sua persona, parrebbe che Guarente non abbia gradito nemmeno gli articoli di Cronache che lo davano in pole per la segreteria regionale della Lega perché lo avrebbero bruciato. Ci spiace per Guarente, ma l’informazione libera non può essere calibrata rispetto alla convenienza personale. Senza dimenticare l’indignazione che pare Gaurente abbia avuto per una vignetta satirica pubblicata giorni fa dal nostro quotidiano che riprendeva il sindaco in una immagine goliardica.

Un disegno giudicato a quanto pare di cattivo gusto da Guarente che avrebbe fatto sentire la propria voce minacciando come sempre querele. A tal proposito ci domandiamo se anche tutti gli altri rappresentanti istituzionali oggetto di vignette passino il loro tempo a far sapere che fioccheranno denunce per una vignetta satirica. Probabilmente a Guarente va ricordato che la satira esiste da tempi immemori. E che mai nessuno è stato condannato per una vignetta, anzi il buon Andreotti si preoccupava se per troppo tempo la satira non si occupava di lui. Ma evidentemente erano altri tempi e la politica viveva di levature differenti. Ma se il sindaco di Potenza non fosse ferrato in storia gli rammentiamo fatti più recenti che è impossibile dimenticare. Probabilmente se Charlie Hebdo fosse nato in Basilicata, non sarebbe mai nato. Forse in edicola sarebbe arrivato solo il numero zero, e poi più nulla. Imbavagliato, zittito, censurato. Charlie Hebdo era odiato dai più perchè non fa satira che fa sempre ridere, anzi. Spesso è anche deprecabile. Però poi “siamo tutti Charlie” quando fa comodo e/o va di moda esserlo. La satira per sua natura è spesso amara, fa incazzare le persone, ma crea dibattiti e polemiche.

Questo è lo scopo della satira, non solo il divertimento d’avanspettacolo. E così chiediamo a Guarente: se lei è lo stesso che difendeva la libertà di stampa e di opinione quando non la toccava mentre ora vuole mettere il bavaglio a un quotidiano che non la tratta coi guanti bianchi. Ciò le dà fastidio oggi solo purché ci si è occupati di lei scombussolandole qualche piano politico? Solo perchè l’ha messa in prima pagina con immagini che la ritraevano in atteggiamenti goliardici? Caro Mario Guarente, se non voleva attenzioni doveva continuare a fare il suo lavoro di assicuratore e non candidarsi a sindaco del capoluogo di regione.

Sicuramente il sindaco non ha certo nessun obbligo di leggere i nostri articoli o vedere i nostri servizi tv. Noi non possiamo esimerci dal nostro dovere di informare i cittadini dando voce a tutti coloro che, senza distinzioni di orientamento politico come abbiamo sempre fatto, hanno responsabilità di governo o comunque possono contribuire a far comprendere ai lucani quanto accade nella nostra regione. Premesso che, a nostro avviso, tra i compiti dell’informazione non c’è quello di essere amichevole con i politici di turno, e tale atteggiamento denota un’idea del rapporto tra istituzioni –e più in generale, potere politico– e informazione che non ci appartiene e speriamo appartenga a pochi tra coloro che hanno la responsabilità di amministrare. Ma vogliamo solo ricordare al sindaco che non solo noi continueremo ad occuparci delle questioni che afferiscono la città di Potenza, ma continueremo in egual modo a farla riprendere dai nostri operatori televisivi ad ogni avvenimento perchè lei riveste un ruolo istituzionale per il quale portiamo il massimo rispetto. Libero il sindaco Guarente di continuare a farci “ostruzione”, liberi noi di criticarla.

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