IL CULTO LUCANO DEL METEO IN TV
Lettere lucane
Collaboro da molti anni a Rai Teche, e qualche giorno fa, facendo delle ricerche sugli anni ’80, mi è capitato di ritrovare un filmato del colonnello Andrea Baroni, che per molto tempo ha condotto le previsioni meteorologiche sui canali della Rai. Non riascoltavo Baroni dai tempi dell’infanzia, quando, con autorevolezza di cardinale, veniva ascoltato da decine di milioni di italiani curiosi di conoscere “le previsioni del tempo”. Intorno alla metà degli anni ’80, mio nonno Angelo aveva un televisore in bianco e nero che era ricoperto da una specie di tenda, che lui scostava intorno alle 19.30 della sera, quando, appunto, si avvicinava l’ora del meteo. A quel punto nessuno poteva fiatare, perché quel che diceva il colonnello Baroni era legge – com’era legge quel che dicevano Bernacca o Caroselli. Tuttavia la mia memoria è legata principalmente a Baroni; forse perché furono i primi anni del ritorno in Basilicata dalla Svizzera, o forse perché lo temevo, con quel suo sguardo severo. In una realtà rurale come quella lucana il genere televisivo in assoluto più amato è il meteo. Anche i miei genitori, qualsiasi cosa si stia guardando in televisione, all’ora delle previsioni cambiano canale, e pretendono da tutti, anche dai nipoti, raccoglimento e silenzio. Perché per chi lavora la campagna le previsioni del tempo sono come i bollettini di guerra per i soldati. Quando torno in Basilicata mi capita spesso di andare a casa di amici e parenti, e la cosa che ho notato è che anche per chi è pensionato o impiegato le previsioni meteo sono un appuntamento irrinunciabile. A me viene da sorridere, perché davvero non capisco cosa cambi nella loro vita sapere se l’indomani pioverà oppure no. Talmente è importante, il meteo in Basilicata, che il piccolo sistema mediatico regionale ha finanche partorito una star del meteo: Gaetano Brindisi. Un nome che in Basilicata pesa più di Belén Rodriguez.