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PRECARI, L’IRA DI “BASILICATA IN AZIONE”

“112 stabilizzazioni a rischio ricorsi, c’è da chiedersi: per volontà o per l’ennesima incapacità dell’amministrazione regionale?”

In questi giorni in cui l’attenzione dell’opinione pubblica è ormai catalizzata sulle notizie relative alla pandemia che continua a preoccupare e ad aggravare la crisi del nostro delicato sistema socio-economico, non è sfuggito ad Azione il bando di concorso per l’assunzione, a tempo indeterminato e parziale, di 112 funzionari di categoria D1 presso la Regione Basilicata, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sul Bur speciale n. 103 del 13 novembre 2020 e riservato a coloro che hanno maturato i requisiti previsti dall’art. 20 del D.Lgs. 75/2017, attuativo della c.d. riforma Madia del 2015, inerente il “superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni”.

«In realtà il bando regionale – dichiarano i referenti – pone delle importanti questioni legali che vogliamo condividere. Stampa e canali informativi on line hanno dato esiguo rilievo alla notizia, limitandosi a plaudire all’iniziativa regionale che tende a stabilizzare i lavoratori precari ed annunciando la previsione di un ulteriore prossimo bando per l’assunzione di altri 98 dipendenti. Anche Azione non può che condividere l’intento di tutelare lavoratori che, assunti con l’unica forma di contratto loro offerta, ovvero il lavoro flessibile a tempo determinato – essendo praticamente bloccati i concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato – rischiano di doverlo perdere e tornare a casa dopo aver acquisito professionalità ed esperienza sul campo».

Il bando regionale rivolto ai titolari di un contratto di lavoro flessibile con la Regione Basilicata, non ha recepito pienamente quanto stabilito dal comma 2 dell’articolo 20 del D.Lgs. 75/2017, pur richiamato nel bando stesso. Più precisamente, non è stato contemporaneamente garantito un adeguato accesso dall’esterno tramite un concorso non riservato e, soprattutto, non risulta rispettato il limite del 50% massimo dei posti disponibili da destinare al concorso riservato.

Il gruppo lucano di Azione esorta la Regione Basilicata ad attivarsi con urgenza affinché il dettato normativo sia pienamente rispettato prevenendo sul nascere eventuali ricorsi tesi all’annullamento della procedura concorsuale che farebbe perdere, ai tanti lavoratori precari, l’opportunità di stabilizzare la propria posizione lavorativa.

«Il bando lucano – concludono – lascia qualche perplessità, che pure andrebbe dissipata, anche con riferimento alla tempistica indicata, poiché l’anzianità della prestazione lavorativa (sono richiesti almeno 3 anni di contratto, anche non continuativi, con la Regione Basilicata) viene calcolata spalmata su un periodo più lungo rispetto a quanto indicato dal D.Lgs. 75/2017».

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