Cade il velo sui contagi nelle scuole piemontesi: il personale da due a quattro volte più esposto della media, la situazione nella scuola dell’infanzia è drammatica. Solo le superiori si salvano grazie alla DAD 


È caduto il velo davanti al contagio in ambito scolastico in Piemonte.

La consigliera regionale Francesca Frediani ha chiesto ed ottenuto i dati dei contagi tra il personale scolastico (docente e ATA) e tra gli studenti a partire dal 18 settembre, suddivisi per settimana, per tipologia di scuola (nido, infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) e per provincia.

In questo articolo riporto i risultati di una prima analisi statistica di questi dati, finalizzata a confrontare l’incidenza dell’epidemia nelle scuole con quella nella popolazione piemontese e a valutare l’impatto delle misure adottate in corso d’anno.

Incidenza e andamento del contagio tra il personale scolastico

Per valutare l’incidenza del contagio tra il personale scolastico ho calcolato, per ciascuna tipologia di scuola, la percentuale del personale risultato positivo in ciascuna settimana rispetto al totale del personale in servizio e lo si è confrontato con la percentuale dei contagi settimanali in tutta la regione rispetto al totale dei piemontesi.

Nel primo grafico sono riportate le incidenze del contagio tra il personale scolastico dei diversi tipi di scuola e quella tra la popolazione generale (in verde). Per capire bene che cosa significa facciamo un esempio: durante la settimana dal 16 al 22 novembre si è scoperta la positività di 197 lavoratori della scuola dell’infanzia (in blu).

Dato che il totale del personale docente e ATA delle scuole dell’infanzia ammonta a 9.000 unità, 197 persone corrispondono al 2,2% del totale del personale: questo è il dato riportato nel grafico.

Nel grafico sottostante è mostrato il rapporto tra l’incidenza del contagio tra il personale e quello tra la popolazione generale.
La linea verde indica il  100%, ovvero dove dovrebbero stare le curve nel caso che l’incidenza del contagio fosse identica a quella della popolazione.
Quindi, in questo grafico, un valore del 300% indica che l’incidenza del contagio in una particolare categoria di personale è tripla rispetto a quella della media della popolazione piemontese.

Personale scolastico nelle scuole superiori (giallo)

Nonostante le maggiori precauzioni introdotte sin dall’inizio dell’anno scolastico all’interno delle scuole superiori, l’incidenza del contagio tra il personale è stata significativamente più alta rispetto a quella della popolazione generale sin dalla settimana del 12 ottobre.

La percentuale di contagi ha continuato a crescere fino ad arrivare al 125% di quella della popolazione generale nella settimana del 26 ottobre, quando è stata introdotta la didattica a distanza per almeno il 50% dell’orario delle classi dalla seconda alla quinta.
L’effetto benefico di questa misura si è visto la settimana seguente, quando la percentuale di contagi è diventata praticamente uguale a quella della popolazione.
A partire dal 2 novembre è iniziata la didattica a distanza al 100% e nella settimana successiva (9-15 novembre) la percentuale di contagi tra il personale è scesa al di sotto di quella della popolazione.

Sommando i contagi di tutte le settimane risulta essersi contagiato il 2,9% del personale.
Nello stesso periodo, la percentuale di contagiati tra la popolazione generale è stata del 3,1%, quindi l’incidenza totale tra il personale delle superiori risulta essere il 93% dell’incidenza generale.

Personale della scuola media (grigio)

L’incidenza del contagio tra il personale della scuola media ha superato quella della popolazione a partire dalla settimana del 12 ottobre: rispetto al caso delle superiori la crescita è stata però molto più rapida e nella settimana del 2 novembre la percentuale di contagi tra il personale è arrivata al 280% di quella della popolazione, il che corrisponde ad un’incidenza del contagio quasi tripla.

Nella scuola media le misure restrittive sono state introdotte il 2 novembre (seconda e terza media a distanza), e a partire dalla settimana successiva si nota una riduzione dell’incidenza, che però non è sufficiente a riportare il rischio a valori confrontabili con quelli della popolazione: nell’ultima settimana la percentuale di contagi è il 230% di quella della popolazione piemontese.

Sommando tutte le settimane risulta essersi contagiato il 7,3% del personale. Confrontando il dato con il 3,1% registrato tra la popolazione generale, l’incidenza totale tra il personale delle medie risulta essere il 240% dell’incidenza generale, quindi quasi due volte e mezzo più alta.

Personale delle scuole primarie (rosso)

Nella scuola primaria l’andamento è simile a quello delle scuole medie: la salita è stata leggermente meno rapida ma nella settimana del 2 novembre l’incidenza del contagio sul personale è comunque arrivata al 270% di quella sulla popolazione.
Il 2 novembre è stata introdotta l’obbligatorietà della mascherina per tutti gli alunni sopra i sei anni, ma questa misura non ha inciso molto: dopo un relativo calo, nella settimana del 23 novembre l’incidenza sul personale rispetto a quella sulla popolazione è risalita ed è arrivata al 285%, superando i valori della settimana del 2 novembre.

Sommando i contagi di tutte le settimane risulta essersi infettato il 7,5% del personale. Dal confronto con il 3,1% registrato tra la popolazione generale, l’incidenza totale tra il personale delle primarie risulta essere il 245% dell’incidenza generale, quasi due volte e mezzo più elevata.

Personale delle scuole dell’infanzia (blu)

La percentuale dei contagi tra il personale delle scuole materne è la più elevata di tutte. Nella settimana del 2 novembre la percentuale di contagi è arrivata al 360% di quella della popolazione, ma in assenza di misure restrittive ha continuato la crescita e nella settimana del 23 novembre è arrivata quasi al 400%, ovvero il quadruplo dell’incidenza sulla popolazione generale.

Sommando i contagi di tutte le settimane risulta essersi infettato il 10,8% del personale. Dal confronto con il 3,1% registrato tra la popolazione generale, l’incidenza totale tra il personale delle materne risulta essere il 350% dell’incidenza generale: tre volte e mezzo più alta.

Conclusioni sul personale

Il fatto che l’incidenza del contagio tra il personale scolastico sia sensibilmente più alta di quella generale è indice del fatto che tale personale è più esposto al contagio rispetto alla media della popolazione.

Se le scuole non fossero un luogo ove avviene il contagio, ci si aspetterebbe un’incidenza simile o inferiore a quella della popolazione.
Dal momento che l’unica differenza rilevante tra il personale scolastico e la popolazione generale sta nella particolare attività lavorativa, è evidente che la causa dell’incidenza più elevata sta proprio nell’attività lavorativa stessa.

Questo rapporto di causalità è confermato anche dalla discesa dell’incidenza nelle scuole superiori in corrispondenza al passaggio integrale alla didattica a distanza, dall’analoga riduzione dell’incidenza nelle scuole medie dopo il passaggio alla DAD delle seconde e delle terze.
Il fatto che il contagio diminuisca con il passaggio alla DAD testimonia che la didattica in presenza è un fattore di rischio concreto: la conferma viene anche dall’assenza di diminuzioni di incidenza nella scuola materna, per la quale non sono state introdotte misure precauzionali aggiuntive.

L’adozione generalizzata delle mascherine nella scuola primaria pare abbia sortito un effetto inferiore alle attese.
Le cause possono essere diverse: molti alunni tenevano la mascherina anche prima dell’introduzione delle misure; inoltre, in questa fascia di età indossare le mascherine in continuazione risulta essere più problematico.
Va anche tenuto conto del fatto che alla primaria esiste la mensa, momento conviviale durante il quale l’uso della mascherina viene interrotto.

Riguardo all’annosa questione del contagio nei trasporti e non a scuola: appare evidente che le grandi differenze di incidenza osservate tra il personale dei diversi gradi di istruzione non possano essere ricondotte a differenze nell’uso del trasporto pubblico.
Se valesse l’ipotesi che il contagio avvenga principalmente durante il tragitto da e verso il posto di lavoro, per spiegare le differenze di incidenza tra il personale delle materne e quello delle superiori (prima dell’introduzione della DAD al 50%) dovremmo supporre che in media il personale delle materne trascorra sui mezzi pubblici quasi il triplo del tempo rispetto al personale delle superiori, il che appare ben poco verosimile.
L’interpretazione più probabile dell’elevata incidenza dei casi scolastici chiama quindi in causa differenze ambientali e nei protocolli operativi tra scuole di diverso grado, che d’altra parte sono effettivamente in essere.

Incidenza e andamento del contagio tra gli studenti

Lo studio fatto per il personale scolastico è stato ripetuto con le stesse modalità per esaminare l’andamento del contagio tra gli studenti.
Per interpretare correttamente i dati bisogna tenere a mente il fatto che i giovani si infettano meno rispetto alla media della popolazione generale: in Italia, il tasso di totale incidenza riferito a tutta la popolazione è attualmente del 2,69%, ma scende a 2,35% nella fascia 10-19 e a 1,19% nella fascia 0-9 anni. In figura 3 viene riportata l’incidenza del contagio per gli studenti dei diversi gradi e per la popolazione piemontese (in verde).

Nel grafico sottostante è invece riportato, analogamente al caso del personale, il rapporto tra l’incidenza tra gli studenti e l’incidenza tra la popolazione generale.

Studenti delle scuole superiori (giallo)

L’incidenza del contagio tra studenti delle superiori si distacca da quella tra la popolazione generale a partire dalla settimana del 5 ottobre.
Nella settimana del 12 ottobre l’incidenza tra gli studenti è quasi il doppio di quella generale (1,85 volte).
Il 16 ottobre la regione Piemonte, in difficoltà con i tamponi, modifica gli indirizzi operativi e decide di riammettere in classe gli studenti che hanno completato la quarantena anche senza tampone di verifica.
Nella settimana successiva si osserva una flessione dell’incidenza (possibilmente dovuta ad un minor numero di tamponi in seguito alla modifica degli indirizzi), che però rimane superiore a quella della popolazione. Nella settimana del 26 ottobre entra in vigore la didattica a distanza al 50% e nella settimana successiva l’incidenza studentesca scende al di sotto di quella generale.

Il 2 novembre entra in vigore la zona rossa con il conseguente passaggio alla DAD al 100% e nella settimana successiva si osserva un netto calo dell’incidenza, in controtendenza rispetto al dato generale ancora in crescita.
La discesa continua nelle settimane successive e porta l’incidenza fino a valori inferiori a quelli degli studenti delle medie.

Studenti delle scuole medie (grigio)

L’incidenza tra gli studenti delle medie cala in seguito al provvedimento del 16 ottobre ma continua a seguire l’andamento di quella generale fino alla settimana del 2 novembre, durante la quale le seconde e le terze vanno in DAD: nella settimana successiva si osserva un netto calo dell’incidenza studentesca, in controtendenza rispetto alla popolazione, ma il calo è meno rapido di quello osservato nelle superiori che, a differenza delle medie, sono completamente a distanza.

Studenti delle primarie (rosso)

L’incidenza tra gli studenti della scuola primaria rispetto a quella della popolazione cala dopo il 16 ottobre ma poi rimane sostanzialmente stabile

La diminuzione dopo il 2 novembre è molto più contenuta rispetto a quella osservata nelle medie e nelle superiori, e nell’ultima settimana l’incidenza si riavvicina a quella generale.

Studenti delle scuole dell’infanzia (azzurro)

Si osserva un netto calo dell’incidenza dopo il 16 ottobre, ma nelle settimane successive il rapporto tra incidenza nelle materne e nella popolazione rimane sostanzialmente stabile, riflettendo così la sostanziale assenza di provvedimenti precauzionali aggiuntivi relativi a questo grado di scuola.

Conclusioni sugli studenti

Anche nel caso degli studenti è possibile notare una coincidenza temporale tra le misure precauzionali aggiunte nel corso delle settimane e l’andamento dell’incidenza del contagio.
Significativo il fatto che il calo osservato alla superiori, dopo il passaggio alla DAD al 100%, sia più forte rispetto alle scuole medie dove la DAD riguarda solo i due terzi degli studenti: evidentemente la didattica in presenza per le prime medie comporta un rischio aggiuntivo non trascurabile.

Altrettanto notevole l’andamento dei contagi dopo la decisione del 16 ottobre di rendere facoltativo il tampone per il rientro in classe: si osserva infatti un rallentamento dell’incidenza per tutte le tipologie di studenti, ma per il personale scolastico questo rallentamento non si verifica e anzi si assiste ad una crescita.

La discrepanza potrebbe essere dovuta al fatto che gli studenti hanno minori probabilità di sviluppare sintomi rispetto agli adulti: in assenza di screening dei contatti di caso è probabile che un numero significativo di studenti contagiati non venga individuato.
Il robusto aumento dell’incidenza tra il personale delle primarie e delle materne potrebbe quindi derivare anche dal fatto che questi studenti asintomatici non individuati sono comunque contagiosi, e aumentano la probabilità di contagio del personale: quest’ultimo sviluppa sintomi con maggiore frequenza e quindi viene più facilmente individuato.

 Conclusioni generali

Dall’analisi sopra riportata risulta evidente che il contagio all’interno delle scuole non solo non è trascurabile, ma è anzi molto significativo e nettamente superiore a quello medio all’esterno delle scuole.

Va anche notato che queste incidenze potrebbero addirittura essere sottostimate: sempre secondo i dati della Regione, nelle scuole la percentuale di positivi rispetto ai casi testati appare significativamente più alta che nella popolazione media e questo è tipicamente indice di una sottovalutazione del contagio.

Appare evidente la correlazione tra le misure che introducono la didattica a distanza e la riduzione dei contagi.
Il confronto tra il personale dei diversi gradi di scuola indica che il ruolo dei trasporti nel contagio sia secondario rispetto al rischio aggiuntivo della didattica in presenza. Inoltre è possibile che, a causa della mancanza di un adeguato screening, una significativa percentuale di studenti contagiati sfugga alla diagnosi per assenza di sintomi ma sia comunque contagiosa.

Di fronte a simili cifre appare urgentissima una profonda rivisitazione dei protocolli scolastici: oltre alla mancanza di screening, bisogna verificare se tra le cause di tanto contagio ci sia l’insufficienza quantitativa e/o qualitativa dei dispositivi di protezione individuale assegnati al personale e agli studenti; è anche possibile che l’affollamento dei locali scolastici sia ancora eccessivo rispetto al ricambio d’aria che si riesce a garantire.

Praticamente nessuno pensa che la didattica a distanza sia equipollente alla didattica in presenza, e c’è ampia consapevolezza delle problematiche causate dalla DAD sui soggetti più deboli; ma quello che emerge da questi dati è che per mantenere la didattica in presenza il personale scolastico stia pagando un prezzo troppo alto, Tra il personale che va dalle materne alle medie l’incidenza del contagio è dalle due alle quattro volte più alta che nella popolazione media. Un rapido calcolo ci dice che, solo per quanto riguarda il personale, questo eccesso corrisponde a 700 contagi aggiuntivi alle materne, oltre 1000 contagi in più alle primarie e 640 alle medie: un totale di oltre 2300 contagi aggiuntivi, cui in media corrispondono quasi 150 ricoveri ospedalieri, qualche decina di ricoveri intensivi e 30-40 decessi.

Forse, invece di chiedere un rapido ed incondizionato rientro in classe, sarebbe utile cambiare prospettiva e pensare innanzitutto a chiedere trasparenza sui dati e un’adeguata tutela della salute all’interno della scuola, sia di chi la frequenta che di chi ci lavora. Di fronte alla gravità della situazione, chiedere ai lavoratori della scuola ulteriori sacrifici di salute e di vite umane per supplire non solo alle oggettive difficoltà create dall’epidemia, ma anche ad evitabili carenze organizzative e di risorse, non è umanamente accettabile.

NOTA: i dati del personale scolastico sono comprensivi di docenti e ATA. Dal momento che i dati sul personale ATA delle materne, primarie e medie non sono ripartiti per i diversi gradi, ho attribuito a ciascun grado una quota di personale ATA proporzionale alla numerosità del personale docente del medesimo grado.

FONTE : 
https://alessandroferrettiblog.wordpress.com/2020/12/07/cade-il-velo-sui-contagi-nelle-scuole-piemontesi-il-personale-da-due-a-quattro-volte-piu-esposto-della-media-la-situazione-nelle-materne-e-drammatica-solo-le-superiori-si-salvano-grazie-alla-dad/?fbclid=IwAR1-Vr4iqe1RvKU93b91aBr1eY104XaOnCypChYV7gU58lUQCErgXYT_qg0

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