TOMMASO COVIELLO E SAN GIROLAMO
Tacco&Spillo
C’è da dire che l’ultima seduta del consiglio regionale ha mostrato a tutti la vera faccia del centrodestra lucano e la sua tecnica legislativa di favore con cui cucina, in bassa cottura etica, norme d’ogni genere. Ora lasciamo stare l’immagine, pur penosa, del presidente Cicala in versione consigliere per l’emendamento ritirato, ma la disinvoltura qualunquista con cui il leghista Tommaso Coviello ha illustrato la bontà, manco a dirlo, della legge, non può che mostrare l’eutanasia politica che va di moda nei palazzi del potere ormai immobili a fare qualcosa di buono e di utile per la Basilicata, sempre più marginale nelle nuove mappe istituzionali del Mezzogiorno. La furbata legislativa consentirà, nel caso di specie alla Lega, di sanare i 50mila euro che la Corte dei Conti giudica irregolari, compensandoli col finanziamento pubblico del 2020. Per ironia della sorte e su questioni molto più importanti, Tommaso Coviello solo qualche giorno fa aveva giustamente elogiato il principio di uguaglianza. Cosa sia rimasto di quella lezioncina da bignami costituzionale ce lo spiega bene il “salvabuchi” normativo, che riapre la ferita del campo infinito dei privilegi dei politici, mai uguali ai cittadini. Eppure ha scritto san Girolamo:“I privilegi di pochi non costituiscono legge”.