ROYALTIES, DOPO IL TENTATO “GOLPE” DI CICALA LA PROPOSTA DI ITALIA VIVA PER EVITARE ALTRI ASSALTI
Anche per Polese la legge del ‘95 è «ormai obsoleta», ma «no a interessi elettorali»: «Se ne discuta seriamente e collegialmente»
Ammodernare l’impianto normativo a sostegno dell’utilizzo delle royalties relative ai giacimenti petroliferi in Val D’Agri per ottenere un duplice risultato: una spesa più efficacia e un argine che protegga questa peculiare forma di ricchezza economica di cui beneficia il territorio lucano dagli assalti improvvisi e impavidi di questa o quella parte, di quello o quell’altro gruppo di interesse come il caso dell’emendamento “Principato di Viggiano” ha dimostrato. All’indomani del tentato “golpe” dell’Immacolata, così come condotto dal presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, Italia viva ha prova rilanciare la tematica royalties in maniera propositiva e soprattutto cercando di incardinare l’argomento sui giusti binari procedurali. Se il presidente Cicala non avesse incontrato l’opposizione dei suoi stessi colleghi di partito, la Lega, nonchè della maggioranza, dalla sera al mattino milioni e milioni di royalties sarebbero confluite, «in aggiunta» e non in sostituzione, ai Comuni del “Comprensorio Val d’Agri”, del quale Viggiano ha la parte più consistente, che già godono di un apposito Fondo specifico consistente nel 15% dell’aliquota rispetto al totale versato dall’Eni. Nell’ultimo report del Ministero dello sviluppo economico sul gettito delle royalties, con riferimento alle aliquote della produzione di gas e olio del 2019, nonché ai versamenti effettuati al 30 giugno scorso, in favore della Regione, solo da Eni e Shell, circa 93milioni di euro.
A distanza di 25 anni dalla legge 40 del 1995, quella che Cicala avrebbe voluto modificare con l’emendamento “Principato di Viggiano”, per il consigliere regionale Mario Polese è giunto il momento di tracciare una nuova road map che così come allora fece la Regione, quando, però, il tema petrolio conteneva ancora molti enigmi sia per la governance regionale che per i burocrati di via Verrastro. In un contesto che si connota per una rilevante componente di mutabilità, non soltanto in riferimento alle risorse finanziarie che seppur ricorrenti, possono essere variabili nel tempo sia perché l’attività estrattiva è condizionata dalla “ricerca” e dalla “coltivazione”, sia perché oscillante può essere l’andamento dei mercati in cui si fissano i prezzi del bene, rifissare determinati paletti potrebbe essere utile. «Le istituzioni hanno l’obbligo di porsi all’ascolto delle istanze locali dei territori contemperandole con quelle collettive ha dichiarato Polese -. La Legge 40, inerente la gestione delle royalties rinvenienti dalle attività di estrazione di petrolio dopo 25 anni appare obsoleta .
È necessario quindi un approfondimento serio». «Per questo ha presguito il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese di Italia Viva mi sono già attivato, all’indomani della riunione del Consiglio regionale di venerdì in cui è stato di fatto “bocciato” l’emendamento garibaldino e sconsiderato del consigliere Carmine Cicala della Lega, per approfondire la vicenda legata alle estrazioni e alla legge 40. Sabato mattina infatti ho inviato una nota al presidente della Prima Commissione consiliare “Affari istituzionali”, Pasquale Cariello in cui chiedo di avviare un percorso che coinvolga in primis i 35 sindaci della Val d’Agri poi l’Anci e il mondo produttivo, sociale, sindacale, universitario e associativo». «Solo in questa maniera collegiale ha rimarcato Polese si potrà addivenire in tempi celeri ma appropriati all’aggiornamento di un impianto normativo così strategico per la Basilicata tutta.
Pertanto invito tutto coloro che vorranno meglio approfondire la questione e proporre soluzioni a tener presente che per cambiare la legge bisogna avviare un iter che se pur veloce deve essere serio e ragionato, e chi cambia e fa le leggi è il consiglio regionale». «Questioni come la Legge 40 necessitano di estremo rigore ha concluso il consigliere regionale di Italia viva, Mario Polese anche rivendicando le proprie legittime istanze ma senza alimentare guerre di campanile finalizzate solo a interessi elettorali o di posizionamenti politici o peggio per agevolare trattative esterne».