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MATERA, LA BIBLIOTECA STIGLIANI FA “ACQUA” UN PATRIMONIO CHE RISCHIA DI ANDARE A “FONDO”

La direttrice Nota: «Necessaria ristrutturazione tetto e pluviali, ripristino delle sezioni, assunzione di un bibliotecario»

C’è stato qualcuno che immaginava il Paradiso come una specie di biblioteca. Di certo noi non siamo a quei livelli ma siamo comunque vicini alle sfere celesti, visto che il palazzo che oggi ospita la biblioteca provinciale Tommaso Stigliani, era un tempo il Convento della SS. Annunziata costruito nel XVIII secolo per accogliere le monache domenicane di Santa Maria la Nova che vi risiedettero fino all’Unità d’Italia allorché il convento divenne sede del Tribunale. I danni causati dal terremoto del 1980 ne determinarono la chiusura e, previo integrale restauro e ristrutturazione, il palazzo venne finalmente inaugurato come biblioteca nel 1998. Ma oggi la casa dei bibliofili materani, dopo trecento anni, ha bisogno di un pò di manutenzione: «Il problema principale spiega in esclusiva a Cronache Lucane la direttrice Antonella Nota è strutturale e riguarda il tetto e i pluviali che sono tutti rotti o inesistenti e quindi le piogge non vengono canalizzate e s’infiltrano all’interno».

A peggiorare la situazione, durante il primo lockdown, la caldaia posizionata sul tetto, danneggiandosi cominciò a perdere acqua e non essendoci nessuno che si accorgesse del guasto e lo riparasse, per ben due mesi lo sgorgare ha prima imbevuto i muri fino a farli gonfiare e poi l’acqua ha cominciato a disperdersi anche nelle sale delle “sezioni” e nei depositi dove vengono custoditi i libri e così tutto il quarto piano è stato chiuso. In realtà, conferma Nota, la caldaia è stata riparata ma adesso bisogna provvedere a ristrutturare le pluviali e il tetto e soprattutto bisogna ripristinare lo stato dei luoghi e dei libri danneggiati. Tutti compiti questi che spettano amministrativamente alla Provincia che detiene tra l’altro la proprietà dello stabile. Per quanto riguarda invece la carenza di personale in forza alla biblioteca, la direttrice Nota precisa che in tale ambito la competenza è della Regione Basilicata a cui diverse volte il presidente della Provincia Marrese ha scritto per chiedere di provvedere a tale necessità o tramite mobilità oppure mediante delle apposite selezioni.

«In realtà quelle che mancano dice Nota sono le qualifiche: ad esempio non abbiamo chi possa schedare e catalogare il patrimonio: non abbiamo un bibliotecario; l’unico rimasto va in pensione l’anno prossimo!». Ciononostante i servizi essenziali sono garantiti e, salve le restrizioni anti Covid, continuano a essere erogati i prestiti dei libri. Da ultimo il vociferare che l’acquisto di nuovi testi sia fermo da anni, è smentito categoricamente dalla direttrice che conclude: «Nei “capitoli” provinciali abbiamo puntuali spese annue che noi effettuiamo comprando regolarmente libri e aggiornando tutte le collezioni e i periodici». La biblioteca è dotata di 400.000 libri. La “Sezione lucana” vanta fondi antichi e pergamene, incunaboli e “cinquecentine” il cui valore storico è inestimabile proprio come il piacere di leggere un buon libro, possibilmente all’asciutto!

 

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