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«ROYALTIES, UN TEMA TROPPO IMPORTANTE PER UTILIZZARLO SOLO PER FINI ELETTORALI»

Pessolano di Basilicata In Azione propone un tavolo di confronto sul petrolio e punta il dito contro i fratelli Cicala

Quando si immagina la Basilicata spesso la si ritiene una periferia che fatica a collegarsi al centro. Una regione debole dal punto di vista demografico, reddituale, politico. Quasi una provincia ai confini dell’impero. Eppure, questa regione presenta realtà culturali e luoghi turistici famosi nel mondo; mantiene insediamenti produttivi di tutto rilievo nell’ambito dei settori dell’automotive e dell’agroalimentare; in talune circostanze ha costituito lo spazio creativo per intellettuali come Carlo Levi fino a Mariolina Venezia; qui sono nati politici come Giustino Fortunato ed Emilio Colombo. Ma se chiedi ai politici locali e nazionali a cosa associano la Basilicata, la risposta è semplice: petrolio. Il settore estrattivo della Val d’Agri, dove a Viggiano c’è l’Eni, e quello del Sauro, dove a Corleto Perticara c’è la Total, garantiscono di fatto il 60 per cento del “greggio” nazionale.

Un dato che esprime la centralità di questa regione in termini geopolitici determinanti per logiche connessioni tra potere, energia e democrazia. Da qui l’interesse per la Basilicata, ma soprattutto per quelle royalties che garantiscono ai piccoli comuni lucani di avere casse “fiorenti”. Soldi che fanno gola a tutti, e che ora hanno innescato una vera e propria guerra di potere tra i sindaci della Concessione Val d’Agri e il resto dei lucani. A credere che queste royalties non debbano essere motivo di guerra tra i lucani ma un l’anelo di congiunzione tra le varie realtà al fine di utilizzarle per rendere la Basilicata attrattiva, competitiva e sana è Donato Pessolano, dirigente di Basilicata In Azione. La proposta del presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala relativamente all’assegnazione del 30% delle royalty da destinare solamente ai 35 comuni che ricadono nella legge 40/95 ha innescato un vero e proprio dibattito. Donato Pessolano dalle nostre colonne ha voluto approfondire il tema. Il petrolio è il tema caldo del momento. Il presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala ha presentato una modifica della legge 40 per la ripartizione delle royaltis.

Cosa ne pensa? «In primis va detto che la legge 40 del 95 sicuramente va studiata e va comunque ragionata. Hanno fatto bene i sindaci a chiedere un incontro per discutere seriamente del tema. Ovviamente tale incontro va allargato a tutte le forze politiche. Bisogna studiare bene queste modifiche portando avanti il principio che non bisogna lasciare indietro neanche i piccoli comuni del territorio che purtroppo non hanno da dove attingere risorse economiche. È un problema che tocca tutta la Basilicata e non solo alcuni comuni». Ad aver proposto la modifica delle legge è stato Carmine Cicala, presidente del Consiglio regionale e fratello del sindaco di Viggiano Amedeo. Sindaco neanche a farlo a posta del comune che ospita il Centro Oli dell’Eni… «Dovevano essere i sindaci a presentarla non il presidente del Consiglio regionale, ma a parte questo, c’è un errore di comodo nell’utilizzare un tema così importante per soli fini elettorali. Questo non va bene sia per Carmine che per Amedeo Cicala. Tutti e due infatti hanno delle responsabilità verso turri i lucani, non solo verso una parte». Il petrolio è una delle maggiori fonti di sostegno per la regione Basilicata. Cosa si può fare dalla risorse economiche che produce? «Si può fare molto. Il mio invito, infatti, è quello di mettere a disposizione risorse per tutta la Basilicata. Quindi invito l’Assessore alle Attività produttive e l’Assessore all’Ambiente a mettersi a tavolino e discutere dando sostegno prima di tutto al direttore dell’Arpab Tisci che sta mettendo in campo importanti azioni per la tutela ambientale, in secondo luogo bisogna programmare azioni mirate per quei cittadini che non hanno occupazione. Soprattutto in un comune come Viggiano, dove da giorni assistiamo inermi dinanzi ad una protesta dei giovani disoccupati del luogo, nonostante siano uno dei comuni più ricchi d’Europa. Credo anche che sia giunto il momento della trasparenza.

Chiedo infatti di rendere pubblici i conti del comune di Viggiano perché è impensabile spendere soldi per rifare i marciapiedi o far venire cantanti noti alle feste, per poi non lasciare nulla sul territorio». Dalle compagnie petrolifere presenti in retta lucana non è forse arrivato il momento di chiedere altri investimenti oltre alla consueta occupazione nei Centri Oli? «Và fatto un tavolo allargato con Eni e Total e fare tesoro di tutta la conoscenza internazionale che hanno per provare a mettere in campo politiche giuste per la nostra regione. Sicuramente possono dare aiuto alla Basilicata con uno sbocco a livello internazionale. È però importante che venga fatto un tavolo di studio ed allargato a quelli che possono essere i vantaggi delle multinazionali che investono in Basilicata e che possono dare un supporto in termini di sviluppo e ricerca. Partendo da queste basi si può creare molto in una terra come la nostra che ha molto da offrire». Lo scontro in Consiglio regionale sulla proposta fatta dal Presidente Cicala è stato molto forte.

Non solo l’opposizione è stata dura ma anche componenti della maggioranza. Come giudica questo centrodestra al comando? «Devono senz’altro fare di più nel rispetto di chi li ha votati perché hanno delle responsabilità nei confronti dei cittadini. C’è tanta gente che oggi muore di fame che non sa come andare avanti. Bisogna pensare prima a loro nell’imminente e poi costruire politiche che durino nel tempo e che non siano solo proposte di facciata, ma azioni concrete. Possono e devono fare di più, la Basilicata se lo merita non c’è più tempo da perde». La coalizione intorno al governatore Bardi non è stata sempre coesa, anzi. Potranno reggere per l’intero mandato? «Vedo una maggioranza molto spaccata, si in Forza Italia sia nella Lega. Anche l’opposizione potrebbe fare di più e meglio. Questo è un governo regionale che non arriverà sicuramente alla fine, non sono coesi e non sono coerenti. Ci sono correnti all’interno dei partiti che si stanno ammazzando tra di loro, non comprendendo che in questo modo non giovano alla crescita della Basilicata».

 

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