ALLARME “SCIE CHIMICHE” IN BASILICATA MA ERA SOLO UN’ESERCITAZIONE AEREA
I cieli di alcuni paesi lucani si sono riempiti di di “tracce” di condensazione dei velivoli. Immediato il complottismo sui social, ma erano test dell’Aeronautica
POTENZA. Internet, gioie e dolori. Il mondo in una mano, ma anche la capacità di farlo “esplodere” in un secondo. Sia per quanto concerne questioni tutto sommato leggere, sia per quanto riguarda questioni d’assoluta priorità (vedasi il Covid). Per questo, su internet, da tempo immemore, impazzano le cosiddette teorie del complotto: dal 5G ruba cervelli, passando per strutture in grado di far “implodere” il sotto suolo, sino a folli teorie pseudo-finanziarie. Sicuramente, fra queste, spicca per notorietà quella relativa alle scie chimiche. Una “teoria” che sostiene che le bianche scie, visibili ogni tanto in cielo (precisamente, nell’atmosfera) create al passaggio degli aerei, non siano formate da vapore acqueo ma composte da agenti chimici o biologici, spruzzati in volo per mezzo di ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli, per varie finalità. Ed è quello che è successo, sostanzialmente, ieri: i cieli di alcuni paesi lucani si sono riempite di queste scie bianche lasciate dai velivoli, come si può vedere nelle foto.
Campomaggiore, Calciano, Rivello e tanti altri: sono fioccate segnalazioni, viralizzatesi tramite l'”easiness” propria dell’internauta medio attraverso i social, di cittadini preoccupati dalle scie, ovviamente chimiche, orientandosi addirittura su teorie assurde tipo “preparazione di una terza ondata di Covid”. Ma, come al solito, la spiegazione è più facile del previsto (e, purtroppo per i complottisti, senza sfumatre noir o da film di spionaggio): Cronache ha raggiunto telefonicamente un maggiore dell’aeronautica militare il quale ha fornito una spiegazione puntuale dell’accaduto. La Basilicata, non avendo aeroporti, è considerata uno spazio aereo a traffico civile zero, anche grazie alla sua posizione geografica, non esattamente punto di snodo cruciale nelle tratte aeree nazionali e internazionali.
A questo, si aggiunge il fatto che la nostra regione è la più “ventosa” d’Italia. Tutte queste caratteristiche, rendono lo spazio aereo della nostra regione un designato naturale per delle particolari esercitazioni dell’aeronautica che, anche grazie al vento, riescono a non lasciare nell’area troppi inquinanti, relativi alla combustione dei motori dei velivoli, perché sparsi appunto dalle correnti d’aria. Ed è proprio il vento, assieme all’alto grado di pulizia dell’aria lucana, che rende il fenomeno delle scie di condensazione (chimiche, per gli amanti del “brivido”) estremamente visibile nei cieli della Basilicata. E anche alla domanda sul perché questi velivoli sono stati visti in diverse zone della Basilicata, l’ufficiale ha sottolineato che, data la potenza degli aerei in questione, la Basilicata è per loro nulla più che un “fazzoletto”; attraversabile interamente in pochi minuti. Quindi, niente teorie al limite dell’impossibile.