Liberati i pescatori di Mazara del Vallo!! Evviva!
L’obiettivo del viaggio sembra quello di riuscire a ottenere la liberazione degli equipaggi dei due pescherecci di Mazara del Vallo, trattenuti da oltre 100 giorni
Armatore peschereccio: “Ho pianto come un bambino”
Pescatori detenuti in Libia, Conte e Di Maio volano a Bengasi
A Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar sono trattenuti da inizio settembre gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo: 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi. Nelle scorse settimane, i familiari dei pescatori erano rimasti per giorni di fronte alla Camera dei deputati, per chiedere la liberazione degli uomini. Una delegazione era stata ricevuta proprio da Conte e Di Maio.
Il sindaco di Mazara: “Liberazione imminente” “E’ un grande giorno per tutti noi. Abbiamo ricevuto comunicazioni su una liberazione imminente, aspettiamo adesso ulteriori notizie e la conclusione di questa vicenda”. Lo ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci.
Armatore peschereccio: “Ho pianto come un bambino”
“Aspettiamo la conferma ufficiale ma oggi sembra proprio la giornata giusta”. Emozionato e con la voce rotta dal pianto, risponde così a Radio Capital Marco Marrone, armatore della Medinea, uno dei due pescherecci sequestrati in Libia. “Ho parlato con il ministro Bonafede che mi ha detto ‘C’è qualcosa di buono nell’aria’. Per me un’emozione assurda, ho pianto come un bambino. Ora aspettiamo solo la conferma”, ha aggiunto Marrone.
La mamma di un pescatore: “Rinata dopo tre mesi bui” “Stamattina questa notizia mi ha fatto rinascere dopo tre mesi bui e di disperazione. Non vedo l’ora di riabbracciare mio figlio”. Così Rosetta Incargiola, mamma di Pietro Marrone, uno dei pescatori siciliani detenuti a Bengasi.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in volo verso Bengasi, in Libia. L’obiettivo del viaggio sembra quello di riuscire a ottenere la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo che, fermati e sequestrati in acque internazionali, da oltre 100 giorni sono detenuti in un carcere libico.
I 18 pescatori di Mazara del Vallo, trattenuti in Libia da inizio settembre sono stati liberati . «Siamo liberi!» questo il messaggio vocale ricevuto dalla moglie di uno degli ostaggi poco dopo le 11 di oggi. Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in volo verso Bengasi per la liberazione dei due equipaggi di Mazara del Vallo sequestrati, con i loro due pescherecci, da 108 giorn. «Ci arrivano telefonate che ci confermano l’imminente liberazione. Aspettiamo la conferma a momenti» aveva fatto sapere il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci. «Siamo davvero felici». I familiari e gli amici dei 18 pescatori, appresa la notizia della liberazione, sono radunati davanti al Comune.
I 18 marittimi di Mazara erano caduti nelle mani delle milizie di Haftar all’inizio di settembre mentre si trovavano a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. Proprio il fatto che la cattura era stata effettuata non dal governo di Tripoli di Serraj – riconosciuto dall’Italia come legittimo – aveva fino a oggi complicato la trattativa per liberare gli ostaggi. I pescatori avrebbero dovuto comparire proprio in questi giorni davanti a un tribunale militare perché accusati di traffico di stupefacenti, un’accusa ritenuta però del tutto infondata; poi si è aggiunta l’accusa di aver invaso le acque di pertinenza economica della Libia. I libici non hanno mai fatto mistero tuttavia che la cattura dei due pescherecci fosse un atto ritorsivo contro l’arresto e la condanna da parte dell’Italia di alcuni scafisti di Bengasi. Questi sono stati condannati a Catania (già in secondo grado) a oltre vent’anni di carcere per traffico di migranti. Bengasi sostiene che i condannati non fossero scafisti ma calciatori sbarcati in Italia in cerca di fortuna nel mondo del pallone e ne avevano sollecitato la scarcerazione. Facendo ventilare – in cambio – la liberazione dei pescatori.