«PER GLI OSS, SI PROCEDA AL GIUSTO INQUADRAMENTO ED ALLA PIENA VALORIZAZZIONE NELL’AREA SANITARIA»
L’appello della UIL FPL per discutere di un piano professionale
«La piena attivazione dell’area delle professioni e del personale sociosanitario necessita di conseguenti atti normativi con adempimenti che iniziano il loro iter proprio dal Ministero della Salute». Lo affermano il segretario regionale aggiunto della Uil Fpl, Giuseppe Verrastro, e il segretario aziendale coordinatore Oss, Francesco Gamma. «In questa emergenza sanitaria e in vista della imminente campagna di vaccinazione della popolazione italiana -spiegano i due sindacalisti, a partire dal personale sanitario e dalle categorie più deboli, si può e si deve procedere, a partire dalla prossima finanziaria, all’inquadramento definitivo agli OSS, dando così il giusto riconoscimento ad una categoria di lavoratori che sta contribuendo molto al contrasto della pandemia.
Dopo anni con l’articolo 5 della legge 3/18 si è contestualizzata e rilanciata l’istituzione dell’area delle professioni socio-sanitarie, indicando già i primi quattro profili che la compongono tra cui quello relativo agli OSS. Questo risultato presuppone però successivi adempimenti da compiere per dare concretezza, quanto mai necessari e attuali anche in questa fase contrattuale sia del pubblico impiego che nei settori sanitari e sociosanitari privati e/o accreditati. Per quanto concerne il profilo professionale di operatore sociosanitariosi può avviare a soluzione il suo attuale inquadramentoincongruo nel ruolo tecnico; certamente in questa nuova riconosciuta collocazione giuridica può trovare la corretta collaborazione e interazione con le professioni sanitarie e sociosanitarie». «Ministero della Salute e Regioni devono avviare ora il processo di perfezionamento -continuano-, contenuto già nello specifico tavolo ministeriale e mai attuato, a iniziare dalla formazione, ribadendo sia la titolarità delle sedi formative del Ssn che un’eguale formazione quantitativa e qualitativa a livello nazionale.
Occorre quindi rivedere la formazione dell’OSS in modo che si possa passare definitivamente dall’inquadramento nel ruolo tecnico a quello delle professioni socio-sanitarie. Sarebbe necessario rivederne le competenze prevedendo anche la loro implementazione con percorsi formativi successivi al diploma, stabilire un percorso formativo omogeneo sul territorio nazionale e se è il caso riordinando la formazione degli istituti professionali di servizio sociale, come già stanno facendo molte Regioni. «La questione è complessa ma non complicata e può vedere un suo definitivo compimento a partire dal prossimo anno 2021» concludono Verrastro e Gamma.