L’ASSESSORE ROSA SU RECOVERY FUND E REGIONE BASILICATA
“È necessario, focalizzare i momenti consumati fino ad ora, non tanto per frenare le critiche strumentali che ci saranno sempre ma per trasmettere la verità ai cittadini”
Tredici miliardi di euro, tanto il peso delle progettazioni presentate dalla Regione Basilicata per il Recovery fund. Recovery Fund che in queste ultime settimane è diventato l’argomento più discusso, che ha sollevato tante critiche, mancanza di visione e ritardo del governo regionale i ritornelli più in voga, ma questione che alla fine, è evidente, davvero pochi conoscono.
È, quindi, necessario, focalizzare i momenti consumati fino ad ora, non tanto per frenare le critiche strumentali che ci saranno sempre ma per trasmettere la verità ai cittadini.
A seguito del coronavirus, l’Europa ha compreso la necessità di adottare soluzioni condivise per il recupero economico dell’Unione e, nel mese di luglio, il Consiglio europeo ha elaborato un piano da 750 miliardi di euro con l’impegno per i singoli Governi di elaborare, entro aprile 2021, dettagliati piani di spesa nazionali per progetti di riforme e investimenti; una posta che per l’Italia vale 209 miliardi.
Dopo aver ottenuto il 9 settembre il via libera del Comitato interministeriale per gli affari europei, il 15 settembre il presidente del Consiglio Conte ha inviato al Parlamento la prima bozza per la definizione del Piano italiano di ripresa e resilienza (linee guida), approvato da Camera e Senato il 13 ottobre scorso.
Il 22 ottobre, la Conferenza delle Regioni ha incontrato il ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, per approfondire le tematiche inerenti la partecipazione delle Regioni, definendo un percorso che prevedeva la presentazione da parte di tutte le Regioni delle loro priorità, attenendosi alle linee guida esistenti, per il tramite proprio della Conferenza delle Regioni, che fissava il termine del 5 novembre per la presentazione.
La Regione Basilicata, grazie all’impegno di tutta la maggioranza e della classe dirigente coinvolta, non ha mancato l’appuntamento presentando oltre 228 schede progettuali suddivide tra le sei missioni previste nelle linee guida e che, al contrario di quanti affermano senza avere contezza della realtà, hanno fotografato i bisogni e le emergenze che la nostra Regione ha accumulato in questi decenni, declinandoli con le linee programmatiche del governo regionale e alla nostra visione del futuro.
Nelle settimane successive, onde poter permettere l’invio al governo Conte delle proposte regionali, tutti progetti presentati dalle Regioni sono stati esaminati dalla Commissioni tematiche in seno alla Conferenza delle Regioni, con evidenza delle priorità e di una specifica matrice per missioni e per ambito tematico dei cluster.
Il 6 di dicembre il governo Conte ha definito la bozza del Piano nazionale.
Ora premesso che tutto è migliorabile, con la consapevolezza che pensare di essere onniscienti è quantomeno presuntuoso, allo stesso tempo siamo anche consapevoli che abbiamo ereditato un lascito pesante, dimostrabile con tanti esempi. Uno per tutti, la nostra ricchezza: l’acqua, ricchezza che in tanti esaltano ma che presenta tante criticità. Ad oggi, tutte le dighe lucane non hanno ancora il collaudo strutturale e soffrono dell’accumulo dei detriti, per cui sono necessarie attività di sfangamento, e solo per superare questo problema abbiamo presentato una scheda da200 milioni di euro.
Il fatto di aver presentato progetti che certamente nel loro ammontare sono superiori alle risorse che ci saranno attribuite non è una svista né una ingenuità. Questi progetti rientrano in una più ampia disamina delle esigenze regionali che sono tante e che rientrano in una più ampia programmazione che si armonizza sia con quanto già presentato, sempre al governo Conte, attraverso il CIS (contratto istituzionale di sviluppo) per la redazione del quale vi è anche stato un forte protagonismo degli enti territoriali lucani e del quale attendiamo di conoscere l’esito, e sia con la nuova programmazione comunitaria 2021-2027.
La volontà del Governo regionale è stata quella di una programmazione complessiva delle esigenze e coordinata con tutti i fondi che saranno disponibili nei prossimi anni, non solo quelli del Recovery Fund. Del resto, programmare per spot è quello che si è fatto finora, con interventi a macchia di leopardo per tamponare emergenze contingenti, e che ha avuto come risultato quello di non risolvere i problemi strutturali ma solo di mettere toppe troppo piccole a problemi complessi che avrebbero dovuto essere affrontati con una visione ampia a lungo termine.
Ecco perché le critiche emerse sono ingenerose e strumentali. Sono frutto di una superficialità di chi vuole obbiettare senza conoscere i meccanismi ed il lavoro profondo fatto dal governo Bardi.
Nessuna mancanza di visione, nessun ritardo. Anzi siamo stati precisi e puntuali con gli impegni assunti e perfetti nel programmare la Basilicata che immaginiamo. Ben venga anche la Commissione decisa dal Consiglio regionale perché attraverso il suo lavoro si avrà contezza del buon lavoro fatto.
Ora attendiamo solo un riscontro dal governo Conte, nel rispetto del principio della leale collaborazione, sia in termini di condivisione delle scelte che, per il nostro Sud, in termini di giuste risorse da assegnare ai territori. Un’occasione unica per il Mezzogiorno se il governo Conte non sarà miope nell’assegnazione delle risorse applicando criteri difformi da quelli europei e che, per ora, in base a quanto annunciato, penalizzano fortemente la nostra terra.