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«SULLE ROYALTIES SERVE UNO SFORZO DI VISIONE E PROSPETTIVA. LA LEGGE 40 VA AGGIORNATA»

Petrolio, anche il sindaco di Missanello dice la sua e apre al confronto. E sul Presidente del Consiglio Cicala ammette: «È stato troppo temerario»

POTENZA. La fiammella sulla disucssione della modfica della legge 40 sui fodni della royalties derivanti dalle estrazioni del petrolio continua a mantenersu accessa. Dopo il sindaco di Moliterno è il primo cittadino di Missanello che torna a parlare di royalties petrolifere e della Val d’Agri, dopo che nei giorni scorsi era stato presentato in Consiglio Regionale un emendamento da parte del Presidente Carmine Cicala, sulla modifica alla Legge 40 del 1995 inerente l’utilizzo delle risorse rinvenienti dalla coltivazione di idrocarburi. Il provvedimento, discusso in modo brusco in Aula e poi ritirato da Cicala, ha fatto nascere un acceso dibattito politico ricco di polemiche.

Il fatto che a presentarlo sia stato il Presiente del Consiglio fratello del sindaco di Viggiano, comune che sarebbe tra quelli a ricevere maggiori “benefici” ha fatto passare in sordina la richiesta dei 35 sindaci dando adito a strumentalizzazioni per fini personalistici. «Credo sia il momento di approfondire il tema delle royalties del petrolio in maniera seria senza attardarsi in polemiche che non servono a nessuno se non ad avvelenare il dibattito che non ha certo bisogno di ulteriori polemiche. Stiamo vivendo, a causa della pandemia da Covid, una emergenza senza precedenti. Sono mesi ormai in cui siamo costretti ad aggiornare quotidianamente quel vero e proprio bollettino di guerra fatto di contagiati, malati gravi e purtroppo morti. Noi sindaci troppo spesso quasi da soli siamo stati costretti a rivestire il complicato ruolo di ultimo baluardo istituzionale cercando nelle enormi difficoltà comunque di dare risposte alle nostre comunità. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo con la responsabilità che ci contraddistingue».

Lo afferma Filippo Sinisgalli, sindaco di Missanello che aggiunge: «In tutto questo dobbiamo fare i conti con la realtà dei bilanci comunali e di trasferimenti statali che negli ultimi anni sono stati sempre più esigui. Non fanno eccezione in questo quadro a tinte fosche anche i comuni lucani del comparto del petrolio. Stiamo affrontando una situazione di grande complicazione su cui nessuno sta lesinando sforzi istituzionali e personali. Non c’è dubbio però che nessuno ha la soluzione in tasca. Ma è altrettanto vero che non sta mancando l’impegno che è totale.

E in un siffatto contesto era inevitabile che riemergesse anche la questione delle royalties del petrolio della Val d’Agri con tutte le sue contraddizioni e le problematicità mai completamente risolte. Da un punto di vista generale credo sia ormai matura la consapevolezza che a 25 anni dall’inizio delle estrazioni in Val d’Agri sia necessario superare il vecchio impianto della legge 40 in materia di royalties per dotarsi di uno strumento più moderno e attuale». «Non è mia intenzione alimentare lotte o scontri politici che pure però credo siano quasi inevitabili precisa il sindaco-. La Val d’Agri continua a vivere un paradosso che si trascina dall’inizio delle estrazioni: è una terra che crea ricchezza con straordinarie risorse petrolifere nel sottosuolo che inevitabilmente hanno generato nelle popolazioni grandissime aspettative sociali, economiche e occupazione gran parte delle quali disattese. La Val d’Agri non è diventata il ‘Texas d’Italia’ come pure molti avevano profetizzato. E’ una terra che conserva purtroppo troppe contraddizioni.

Alle quali va dato un senso e una soluzione. Non mi sfugge in ogni caso che cambiare una legge così strategica però, non possa significare prendere una matita e cancellare le parti che non piacciono e metterne altre solo per modificare qualche numero. Sulle royalties petrolifere va compiuto un grande sforzo di visione e di prospettiva. Ma ripeto senza mettere alla gogna nessuno e senza farsi prendere dallo sconforto del momento. Il punto vero deve essere quello dell’obiettivo che vogliamo conseguire. E non c’è dubbio che esiste un tema di compensazione del comparto del Po Val d’Agri che va ancora migliorato.

Non mi appassionano le tifoserie. Lo dico con chiarezza: probabilmente aver presentato un emendamento in Consiglio regionale da parte del Presidente Cicala per modificare la legge 40 è stato un po’ troppo temerario. Ma allo stesso tempo va dato atto al Presidente Cicala di aver ottenuto quantomeno il risultato di aver rilanciato il dibattito -continua-. Del resto sono certo che oggi, rispetto a 25 anni fa abbiamo maturato competenze ed esperienze tali che potrebbero consentirci di approntare un nuovo modello virtuoso di compensazione ricca per i Comuni del territorio del P.O. Val d’Agri che allo stesso tempo coniughi, in un sentimento di appartenenza e solidarietà, non solo il mantenimento in sicurezza del welfare regionale ma anche un sostegno a un progetto di sviluppo della Basilicata che incroci la transizione energetica». «Tutto questo ha bisogno evidentemente di un approccio alla questione rigoroso da parte di tutti. Per questo in linea con il documento redatto alcuni giorni fa dai Comuni del comprensorio del P.O. Val d’Agri credo che vada ristabilito un clima di cooperazione che veda il giusto coinvolgimento da parte della Regione e del Consiglio regionale a cui è demandata la potestà legislativa ma con il protagonismo degli attori del territorio a partire dai 35 sindaci che non rappresentano loro stessi ma una popolazione che negli anni ha perso fiducia nelle istituzioni centrali. Per questo attendiamo fiduciosi che si avvii nel più breve tempo un percorso istituzionale nelle Commissioni consiliari permanenti della Regione che dia il giusto spazio alla comunità della Val d’Agri» conclude Sinisgalli.

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