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DA COSENZA TRASFERITO A LAURIA MA LO ARRESTANO APPENA ARRIVA

Termina dopo pochi giorni “l’esilio” lucano del dirigente medico Russo colpito dall’ordinanza sui brogli in Sanità

Neanche il tempo di entrare nel suo ufficio di dirigente medico al Distretto della Salute di Lauria, così come disposto dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Potenza (Asp), Lorenzo Bochicchio, che il dottor Mario Russo è stato «catturato» e trasferito in carcere. L’inchiesta è quella della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, poi proseguita per competenza dalla Procura di Paola, denominata, dagli inquirenti calabresi, “Re è nudo”. Dalla lettura della corposa e articolata ordinanza, oltre mille pagine, 101 indagati, ma dagli omississ e dal tenore di certe intercettazioni l’attività investigativa appare in fase magmatica, quasi 300 capi d’imputazioni, emerge come il “Re” denudato sia proprio il dottor Mario Russo che il Dg Bochicchio aveva inviato, «con decorrenza dal 1 dicembre» a Lauria. Russo, nell’interrogatorio di garanzia, non ha risposto alle domande del Gip, ma ha voluto solo rilasciare alcune dichiarazioni spontanee dal carcere.

Gli inquirenti ritengono di aver scoperto un sistema corruttivo, messo in piedi dall’associazione a delinquere, per l’accusa, composta da Russo e altri 2 dipendenti, come lui, dell’Asp di Cosenza, nel quale professionisti e insospettabili avrebbero commesso una pluralità «di reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio», con particolare riferimento alla pratica dei “furbetti del cartellino” e delle falsificazioni di certificati di morte, di invalidità, di quelli per il rilascio della patente e anche degli altri per il porto d’armi per uso caccia. Potrebbero, però, non essere soltanto un’inchiesta sui falsi invalidi, e le sfumature politiche non mancano. Russo, è stato anche sindaco di Scalea, Comune sciolto per mafia nel 2014, e oltre a determinati dettagli economici sulle casse dell’Ente, la politica è per lui come un pensiero fisso: «Posso fare clientelismo quanto voglio. Io con la commissione invalidi ho una fetta di…».

Per questi e altri dettagli, per la Procura, Russo farebbe parte di un sistema di corruzione radicato e diffuso nella sanità cosentina Ad ogni modo Russo voleva “scappare” dalla Calabria e l’operazione “esilio” lucano , con sede a Lauria, era anche riuscita. La Basilicata è legata a doppio filo con l’inchiesta “Re Nudo”: c’è un fiume investigativo che scorre allo scoperto, ed ha già condotto ad importanti conclusioni, ed un altro che invece, sulla scorta di «persone particolarmente vicine», amicizie e presunte coperture, scorre più sotterraneo e potrebbe arrivare a “bagnare” lidi ritenuti insospettabili, sul versante politico, ma non solo. In relazione al primo fiume investigativo citato, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per il marateota, classe ‘73, Giuseppe Pintozzi. Il Gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, ha, inoltre, contestualmente disposto anche il sequestro preventivo, nonché l’interdizione dall’esercizio dell’attività, di “Autoscuole Pintozzi & C. Srl, con sede operativa a Maratea, ma sede legale a Lauria.

Burocraticamente questi i passaggi burocratici, nonché gli intrecci amministrativi, da scaletta per l’approdo del “Re nudo” a Lauria. L’Asp di Potenza ha ricevuto il 23 marzo scorso l’istanza del Dirigente medico Mario Russo, dipendente a tempo pieno ed indeterminato dell’Asp di Cosenza, volta ad ottenere la mobilità presso l’Azienda sanitaria locale del capoluogo lucano. A maggio, l’Asp di Potenza ha chiesto a quella di Cosenza di esprimersi in merito alla possibilità della concessione del nulla osta a Russo, medico dell’area Igiene, epidemiologia e sanità pubblica. Cosenza, da parte sua, ha concesso il nulla osta in uscita lo scorso ottobre. L’atto, infine, del Dg Bocchicchio di disporre l’entrata in servizio di Russo al Distretto di Lauria, a partire dal 1 dicembre. Anche perchè il primo concorso dell’Asp per reclutare dirigenti medici, nello specifico 3, della stessa area di Russo, è stato un fiasco: procedure «espletate infruttuosamente». I primi 3 classificati del concorso pubblico, per titoli ed esami, hanno rinunciato all’assunzione a «tempo indeterminato».

Di qui l’indizione a luglio di nuovo concorso, e dato che « la conclusione della procedura oltre che richiedere tempi e modalità che non possono essere rapidi», come attestato a novembre dall’Asp, il conseguente invio di Russo, «persona gravata da precedenti penali per lesione personale in concorso, danneggiamento e minaccia, nonché turbata libertà degli incanti in concorso e abuso d’ufficio in concorso», a Lauria. Russo, che per il Gip «ha effettivamente trasformato in attività delittuosa ogni compito svolto nell’amministrazione di appartenenza, anche associandosi con terzi», non ha, però, avuto neanche il tempo di entrare nell’ufficio di Lauria, che è stato «catturato» e trasferito in carcere.

Tuttavia ulteriori approfondimenti investigativi sono in corso e tanto sul versante calabrese che quello lucano, sono tutt’altro che esclusi nuovi e clamorosi sviluppi. Le indagini, nelle carte dell’inchiesta è scritto a chiare lettere, «non sono ancora concluse», e già, in riferimento a «documentazione cartacea», ma non solo, più depistaggi sono stati registrati dagli inquirenti.

 

Ferdinando Moliterni

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