NASCE UNA NUOVA ARPAB
Avviare una stagione di ambientalismo antropocentrico e soprattutto ricostruire un rapporto di fiducia e di partecipazione con i cittadini e ampliare il dibattito pubblico
Avviare una stagione di ambientalismo antropocentrico e soprattutto ricostruire un rapporto di fiducia e di partecipazione con i cittadini e ampliare il dibattito pubblico. Sono i cardini del mandato del nuovo Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata l’avv.Antonio Tisci alla guida dell’Ente sub regionale più grande da appena tre mesi. Il forte spirito di dedizione oltre a un certosino studio della tematica e del diritto ambientale stanno impegnando il nuovo vertice a rimettere “l’ambiente al centro della ripresa” con la consapevolezza di una responsabilità nei confronti della società civile. Le settimane dall’insediamento sono state intense e concentrate sul ruolo e sulla mission dell’ARPAB che svolge un ruolo fondamentale attraverso le attività di prevenzione, controllo, monitoraggio e protezione. E quando si parla di monitoraggio non si può non pensare all’occhio attento sui due più grandi impianti petroliferi (Eni e Total) su terraferma. E al dovere di verificare che anche le multinazionali con un ruolo così ingombrante nella nostra regione rispettino l’ambiente. Per farlo si è avviata da dicembre 2020 la prima ispezione integrata ambientale al Centro Olio di Viggiano, un unicum nella storia dell’Agenzia e della Regione Basilicata , che rientra nella programmazione dei controlli sugli impianti dislocati sul territorio lucano e soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale e che permetterà con una fase documentale seguita da una operativa (in loco) di verificare il rispetto di tutte le prescrizioni autorizzative contenute nelle delibere della Giunta regionale sul progetto di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive dell’impianto dell’Eni. Per rendere più efficiente il controllo ambientale si sta completando la procedura di accreditamento dei laboratori di prova per garantire l’uniformità alla norma che specifica i requisiti generali per la competenza, l’imparzialità e il regolare funzionamento in conformità con la “Rete nazionale dei laboratori accreditati”. E inoltre, l’ammodernamento del Centro di monitoraggio ambientale attualmente esistente e la sostituzione di parte delle centraline di monitoraggio con altre di più sofisticata tecnologia per avere un quadro esatto delle matrici ambientali in Basilicata e per considerare l’impatto degli esiti del monitoraggio sulle politiche ambientali regionali, sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini. Consistente lo sforzo organizzativo messo in campo con il rinnovato regolamento di organizzazione condiviso con le associazioni sindacali che, nel prevedere una revisione complessiva della struttura aziendale, costruisce per la prima volta meccanismi partecipativi sia dei lavoratori nei meccanismi decisionali dell’ARPAB, sia delle associazioni e dei Comuni nei processi di monitoraggio. L’apertura del canale youtube dell’ARPAB è solo un primo passo verso un’Agenzia in grado di utilizzare al massimo i moderni strumenti tecnologici per implementare la comunicazione verso la società civile e la partecipazione. Successivamente si provvederà ad ammodernare il sito istituzionale e a dotare l’Agenzia di tutti gli strumenti social necessari per tale scopo. L’impegno nel Sistema Nazionale della Protezione Ambientale ha riconosciuto nel Direttore Generale il coordinatore nazionale del Tavolo Istruttore per il Consiglio “SINAnet, reportistica, comunicazione, formazione, educazione ambientale”. L’Arpab non rappresenta, pertanto, solo una forza che assicura la “repressione” nei confronti di chi non rispetta le norme ambientali ma riveste sempre più un protagonismo nel campo dello studio, della ricerca, della innovazione. Proprio in questa direzione va la fattiva partecipazione dell’ARPAB nel consorzio TERN e la prossima istituzione di una rivista scientifica periodica nella quale non soltanto pubblicare i dati dei rilevamenti ma anche costruire una piattaforma di studio e di discussione tecnica su tutti i temi inerenti l’ambiente che, ormai, spaziano dai dati tecnici a quelli sociali, giuridici, economici e politici. Si percepisce un cauto ma generale ottimismo da parte della società civile che, attraverso le associazioni, comitati e stakeholders, sta restituendo fiducia e apprezzamento per l’inversione di rotta avviata con le nuove azioni e con le proposte partecipative. Si è dato il via a una serie di approfondimenti divulgativo-scientifici quanto più partecipativi possibile per destare l’interesse generale (da parte di associazioni di categoria, comitati per l’ambiente e dei cittadini in generale) sull’osservazione e sul monitoraggio dell’ambiente, sull’attenzione alla tutela della salute e su casi di studio dei ricercatori: basti pensare che negli anni precedenti nessun momento di approfondimento o focus group ha superato la presenza di cinque partecipanti mentre quest’anno, il primo momento divulgativo, organizzato sul monitoraggio di un’alga tossica ha visto la partecipazione di oltre cinquanta tra Comuni, Associazioni Ambientaliste, Enti di protezione, organizzazioni imprenditoriali e università. Una realtà chiusa in sè stessa quella che ha trovato Antonio Tisci, afflitta da una cronica disattenzione da parte del management e della politica, incapace di dialogare con i cittadini e, quindi, accusata di inefficienza e guardata con sospetto. Lo sforzo è quello di modificare questa impostazione per costruire un’ARPAB che sappia essere partecipativa, credibile ed autorevole capace di dialogare con i cittadini, i comuni, le organizzazioni sociali anche al fine di depotenziare gli interventi di chi utilizza i social per costruire campagne diffamatorie nei confronti dell’Agenzia che, a differenza di quanto si creda, ha tutte le professionalità per garantire la migliore efficienza per la protezione dell’ambiente.