TOP & FLOP 2020
Chi è sceso e chi è salito
TOP
In principio, per ROBERTO SPERANZA , fu il ripescaggio a catapultarlo, da un collegio non lucano, tra gli scranni di Montecitorio. Poi venne il Papeete di Salvini, quindi il rimpasto governativo e la nomina a ministro della Salute. Nel 2020: l’evento spartiacque della pandemia Covid-19 che ha trasformato la ribalta del lucano da nazionale a mondiale. La trasmutazione , tuttavia , è destinata a riservare ulteriori sviluppi. I banditori del Governo riportano di come siano in corso i preparativi per la transizione relativa alla poltrona più ambita di Palazzo Chigi. Ad ogni modo, al di là della riorganizzazione verticistica della politica, non c’è bisogno di entrare nel merito della gestione dell’ emergenza sanitaria per giungere alla conclusione che, bilancia dei meriti e dei demeriti a parte, il lucano dell’anno sia Roberto Speranza, fosse non altroché per la la ribalta internazionale e per il fatto che nelle sue mani c’è il governo della più grande pandemica che in questo secolo ha colpito l’Italia. Nessun’altro, inoltre, ha un’ascesa ancora spianata tanto quanto lui. Tra rettile e rettilineo, certo politica ha necessità di mutare e nella ricerca di un vestito nuovo per parole vecchie , Speranza ha , nel contemporaneo scenario, un posto privilegiato garantito.
FLOP
Tra i tanti papabili flop dell’anno, scrematura dopo scrematura, l a conocchia ha restituito un volto: quello di ANGELO SUMMA. Summa non può fare a meno della Cgil, ma l’equazione non è valida se invertiti gli elementi. Anzi. Maldestro e rumoroso contro il governatore Bardi , ma a piacimento e senza una precisa strategia. Pronto, al contempo, ad essere connivente col nemico eletto se conviene o potrebbe convenire. Da fustigatore presunto della mala gestio nella Sanità lucana, suo l’esposto che ha dato il via a Commissariopoli per la vicenda di Maglietta al San Carlo di Potenza, immotivatamente silente nell’affaire centrodestra- Spera, che ha visto lo stesso irregolare comportamento, ma in maniera speculare e proprio nella stessa azienda ospedaliera, ma non solo . È difficile , se non impossibile, non inserire il sindacato, in via generale, tra gli attori politici. Diverso è, però, quando un sindacalista, nel caso di Summa un segretario regionale, confonde i due ruoli. Per lo stesso Summa è ormai impresa sempre più ardua nascondere certe velleità: è un sindacalista con l’ambizione di guidare la Regione.