DAL “RE” CICALA ALLA GIUNTA: AGOSTINO RIFIUTA PURE L’ARLAB
Ancora un “gran rifiuto” dall’ex Dg del Consiglio: troppe le insidie all’Agenzia del lavoro per una poltrona scomoda
Agenzia regionale Lavoro e apprendimento (Arlab): lo stallo continua, dato il “gran rifiuto”. Da oltre un anno ormai staziona su un binario morto, nonostante la genetica istruttoria completata, la pratica per l’individuazione del Direttore generale: l’Avviso pubblico emanato dal centrodestra lucano risale all’ottobre del 2019. A fine dicembre dello stesso anno, dalla Giunta regionale il conferimento dell’incarico di Commissario ad acta, «al fine di assicurare la continuità dell’azione amministrativa avente carattere di necessità e urgenza», ad Rocco Coronato, già dirigente dell’Unità “Amministrazione, bilancio e affari generali” dell’Agenzia medesima. Il traghettatore Coronato, nelle more della nomina del nuovo Dg. Dopo un anno, ecco consumarsi, però, il “gran rifiuto”: Arturo Agostino ha detto no.
Più che «per viltade», la ragione principale, alla base del diniego di Agostino, classe ‘59, parrebbe risiedere nell’intenzione dello stesso di approdare in tranquillità all’agognata quiescenza. Motivazione principale, ma non l’unica. Il centrodestra lo chiama per “togliere le castagne dal fuoco”, ma Agostino ancora una volta dice no. Alle “sirene” del comando, con l’attuale legislatura, Agostino ha ceduto in origine e adesso, munitosi di “tappi di cera”, sembra non voler più neanche sentire certi richiami. Nel maggio scorso, formalmente per «ragioni strettamente personali», le sue dimissioni da braccio destro del “Re” Cicala: l’abbandono della carica di Dirigente generale del Consiglio regionale. Accanto al presidente, troppe ne ha viste e a molte continua ad assistervi in quanto è comunque dirige la segreteria dell’Ufficio di presidenza del Consiglio. Tra le ultime in ordine cronologiche, circostanza suggellata da Agostino con un parere sfavorevole, quella relativa alla richiesta del capogruppo consiliare in Regione della Lega, Coviello, dell’applicazione della “Salva Coviello” per ripagare con soldi pubblici quanto il partito deve restituire, quantificato dalla Corte dei Conti in poco più di 50mila euro, in relazione a soldi pubblici irregolarmente, ovvero illegittimamente spesi o rendicontati.
Dato il Commissariamento, la precarietà dell’Arlab è una conseguenza naturale. Sarebbe stata una posizione non facile quella di Agostino e verosimilmente anche per questo il “gran rifiuto”. Nomina offerta su un piatto d’argento, ma forse anche perchè non molto ambita. Strani movimenti burocratici aleggiano intorno all’Agenzia regionale Lavoro e apprendimento. La Corte dei Conti di Basilicata ha già sottolineato come l’Arlab senza un Direttore generale non può operare con modalità corrette, efficienti ed efficaci.Come se non bastasse l’aver impananto l’Avviso pubblico per il Dg, circa un mese fa, il centrodestra ha ritoccato i requisiti prolungando così la permanenza dello stallo. Le ragioni del “gran rifiuto” di Arturo Agostino, si nascondono nelle pieghe di un ventaglio di giustificazioni. Su tutte, probabilmente: raggiungere in tranquillità l’aspirata e sospirata quiescenza.