CICALA GETTA NEL PANICO L’AULA CONSIGLIO SOSPESO PER COVID
Da come il presidente ha sospeso la seduta sembrava ci fosse un allarme bomba. In realtà era solo la positività di un audito in Commissione
L’ALLARME TIPO BOMBA DI CICALA
In Consiglio regionale, il Covid- 19 ha battuto il nucleare: quarantena generale.Per come gestita in diretta dal presidente Cicala, sembrava un allarme bomba o la notizia di un decesso importante, ma invece si trattava di tutt’altro.Nel mentre dell’intervento di Cifarelli (Pd) sul Deposito di rifiuti radioattivi, la brusca e concitata interruzione da parte del leghista: «C’è qualcosa che ci è stato riferito e sospendiamo». Un’interruzione così repentina al punto che qualcuno ha addirittura pensato al peggio, dal microfono aperto si è sentito infatti esclamare dall’Aula: «Ma è una notizia che deve turbarci?». In realtà nessuna bomba, ma un audito nella riunione congiunta, svoltasi ieri, delle Commissioni consiliari, è risultato positivo al Covid-19. L’audito in questione è il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma. Somma che unitamente ai presidenti di Confapi Potenza e Matera, ha riferito in merito al disegno di legge riguardante lo scioglimento del Consorzio industriale della Provincia di Potenza e la costituzione della società Aree produttive industriali Basilicata SpA.
LA POSITIVITÀ DI SOMMA PREOCCUPA BARDI
Somma sarebbe asintomatico e di positività lieve. Inoltre parrebbe essersi sottoposto al tampone per ordinari controlli routinari, l’ultimo, al quale era risultato negativo, 2 settimane fa circa, e non perchè in contatto con persone anche loro risultate positive.Chi sembra rischiare più di tutti, è proprio il presidente Bardi. In Commissione, Somma era seduto al suo posto (foto nell’articolo in basso). Ma c’è di più. Perchè il presidente del Consiglio regionale Cicala, ha disposto ad Assise sciolta la sanificazione dell’Aula che prima dell’inizio della seduta, la Commissione si è svolta nella stessa sala Di Nardo, non era stata eseguita. Finita la Commissione, è nell’immediato iniziato il Consiglio regionale. Ad ogni modo, in attesa di aggiornamenti, per questa settimana nessun altro Consiglio regionale, tanto meno quello di venerdì proprio sull’Asi.Per i consiglieri regionali, era presente in Assise anche il governatore Bardi, quarantena e tamponi.I lavori del Consiglio, non casualmente, sono stati aggiornati «a data da destinarsi».
I LAVORI CONSILIARI LASCIATI A METÀ
Per quanto riguarda i lavori consiliari, molto brevi, l’interruzione e il successivo scioglimento della seduta a una ventina di minuti dall’inizio, poco e nulla da segnalare se non che ancora una volta il governatore Bardi si è dimostrato non essere nè un politico nè un tecnico: un ex Generale tutt’al più. Al primo punto all’ordine del giorno, la Carta Sogin delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, che indica anche zone situate in Basilicata.Si è appreso che il presidente Cicala imita il presidente Bardi. Se il governatore Emiliano ha chiamato e già si è incontrato una prima volta con Bardi, al fine di una strategia condivisa sul no al Deposito, lo stesso ha fatto Cicala con l’omologa pugliese, la presidente Loredana Capone.I due si confronteranno e valuteranno insieme un’azione utile a supporto delle aree al confine tra Puglia e Basilicata indicate nella Carta Sogin. Baldassarre (Idea), intervenuto dopo Cicala e Bardi, ha cercato di mettere ordine nella dialettica ricordando che a decidere, data l’inevitabilità della realizzazione del deposito in Italia, non sarà di certo il «la falsa indignazione e il basso populismo», ma gli Organi tecnici.
IL PARAGONE INOPPORTUNO CON SCANZANO
Del tutto privo di incisività su tutti i fronti, l’intervento in Aula del governatore Bardi.Parimenti del tutto errato, e per lui che è espressione di Forza Italia l’errore è da doppia sottolineatura rossa, il paragone con Scanzano Jonico.Vale la pena, seppur sinteticamente, ricordare che nel 2003 il Consiglio dei ministri dell’allora Governo Berlusconi, il leader politico di Bardi, aveva stabilito che l’impianto nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari venisse realizzato nel comune di Scanzano Jonico.Ora invece la Sogin non ha inserito Scanzano Jonico neanche nelle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale. Nel metodo e nel merito, i due eventi non sono paragonabili. Non si può confrontare una scelta con un’area potenzialmente idonea. C’è da annotare, poi, che in Basilicata nessuna area è per la Sogin verde scuro, «molto buona», poichè quelle indicate sono o gialle, pertanto sismiche e scarsamente appetibili, o verde chiaro, che significa buone ma non molto buone. L’impressione è che il centrodestra lucano sia in grado di trasformare una agevole vittoria tecnica, in una drammatica sconfitta demagogica.