DIRITTI, DIGNITA’ E LAVORO, IN MEMORIA DI ROCCO
Nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio del 1956, su ordine del Prefetto di Potenza, venne prelevata la salma di Rocco e sepolta in fretta e furia nel cimitero di Venosa
La mattina per le vie del paese alcune centinaia di braccianti avevano promosso uno sciopero a rovescio tentando di liberare le strade da neve e fango. Intervennero le forze dell’ordine prima con delle cariche e poi sparando. Rocco venne ucciso ma Venosa non si arrese e lottò fino a indurre la polizia a fermarsi. Il tutto si concluse negando un funerale alla vittima e con l’arresto e la condanna a 19 anni di reclusione per alcuni braccianti. Questa pagina di storia locale ci conferma il coraggio dei lavoratori lucani abituati a lottare a mani nude contro le ingiustizie e ci sprona a riflettere sui metodi utilizzati dalle classi dominanti per annientare la dignità dei diseredati. Custodire la memoria di quei fatti è una sorta di ribellione culturale da cui partire per rimarcare il valore e la dignità del lavoro, e il diritto delle persone a organizzarsi nel sindacato e manifestare. Per gli osservatori più distratti una simile asserzione è talmente ovvia da non meritare alcuna attenzione. E’ così ? O ad una lettura più attenta si scorgono migliaia di precari, parasubordinati, stagionali, interinali, collaboratori a progetto, dubbie partite IVA, discutibili cooperative, lavoratori irregolari, manodopera in nero, sottoccupati, assunzioni a termine, stage, tirocini formativi e mille altre formule che sostanzialmente privano la persona di un contratto stabile e sicuro, con una remunerazione equa ed una vita dignitosa ? Ci si è talmente abituati a considerare ovvie le eccezioni che alla fine è l’assunzione regolare a tempo indeterminato ad essere diventata l’eccezione e non la norma, mandando in fumo decenni di lotte sindacali aspre che da Reggio Emilia, a Venosa, Avola o Brescia hanno macchiato di sangue tanti marciapiedi italiani. In piena pandemia con centinaia di morti al giorno, una crisi politica al buio, l’economia in affanno e la povertà che cresce, consapevoli che la fase richiede responsabilità, saggezza, buonsenso e attenzione, dobbiamo avvertire il dovere di rialzare la bandiera di Rocco, senza esplicitare le motivazioni perchè queste sì che sono ovvie.