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LAVORI PARCO DELLA MURGIA: TUTTI SCRIVONO ALL’UNESCO, MA L’UNESCO «NON HA POTERI»

L’organizzazione non può «nè interdire, nè sospendere opere pubbliche». Esempio lampante, il ponte in ferro di vico Commercio

Parco regionale archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano, detto Parco della Murgia Materana: prima il Partito democratico, nella persona del segretario coordinatore del Circolo cittadino, Luigi Gravela, dopo Reforming, progetto analitico di economia applicata con particolare attenzione ai processi di riforma strutturale, e poi chissà quanti altri continueranno ad aggiungersi alla lista. Peccato, però, che sia tutto inutile.

O meglio, a monte l’intenzione è meritevole, ma a valle il destinatario è fallace seppur autorevole. Nella Città dei Sassi è in corso un’insolita competizione quasi di stampo emulativo: l’impegno per quanto ammirevole, non potrà essere ricompensato. Il Parco della Murgia, istituito dalla Regione Basilicata nel 1990, è Patrimonio dell’Umanità e pertanto sotto l’alta tutela dell’Unesco. L’area, genericamente intesa, è da anni oggetto di lavori di recupero e adeguamento.

Lavori, però, che date le caratteristiche peculiari del Parco, nonché l’elevato interesse non soltanto culturale, dello stesso, devono obbligatoriamente seguire determinate regole e parametrati criteri. Non sempre è accaduto. L’esempio emblema, il ponte in ferro di vico Commercio. La dissonanza dell’opera con il contesto paesaggistico dei Sassi è notoria. Nessuno di competenza, però, è intervenuto: per il ponte di ferro, dal 2013 nulla è stato fatto. Nuovo sindaco, il pentastellato Bennardi, speranze rinnovate.

L’importante, tuttavia, è che per questo, che sarebbe di rimozione, e per gli altri lavori previsti e in corso nel Parco della Murgia, i vari soggetti portatori di interessi non scrivano all’Unesco. L’Unesco oggi come allora, era il luglio del 2013, sui lavori per la realizzazione di un ascensore, di una passerella in ferro e di abbattimento di alcuni elementi storici all’interno dell’area, come del resto, anche sulle altre opere, semplicemente non ha autorità di intervento.

Così testualmente da risposta ufficiale dell’Unesco: «Non ha poteri interdittivi o sospensivi in materia di opere pubbliche in fase di esecuzione, discendenti da contratti stipulati dai competenti Enti locali o nazionali» . Può, tutt’al più, esprimere pareri, ove richiesto in anticipo alle Autorità italiane.

L’Unesco si occupa di «diffondere gli ideali dell’Unesco» e in attività simili e affini è impegnata. Ora come allora, è attuale il giudizio, che la delegazione italiana dell’Unesco è come una struttura autoreferenziale buona a disperdere, anch’essa, un po’ di risorse pubbliche in sterili momenti di rappresentanza. Quanto precisato dall’Unesco vale per tutti i lavori di recupero e adeguamento, previsti e in corso nel Parco della Murgia. Con buona pace del Pd, di Reforming e di quanti, politici e ambientalisti, avevano, a questo punto, intenzione di scrivere all’Unesco

Ferdinando Moliterni

3807454583

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