PIANO STRAORDINARIO DI RIQUALIFICAZIONE PER LA BASILICATA È EN PLEIN: 7 SU 7
La Corte dei Conti ha chiuso l’istruttoria sugli interventi in base alla legge del ‘98: sulla carta, tutto bene
Sanità, “Piano riqualificazione”: «Marcate differenze tra Nord e Sud sull’uso delle risorse», ma la «piccola» Basilicata è riuscita a distinguersi positivamente. È quanto emerge dalla relazione della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, che denominata “Interventi di riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani”, rappresenta l’attuale stato dell’arte in relazione alle attività intraprese con i fondi erogati alle Regioni sulla scorta della legge 448 del 1998, nonchè sulla base del Piano straordinario del Ministero della Salute.
L’istruttoria della magistratura contabile ha inteso verificare lo stato di attuazione, al 2018, di tale Piano, con riguardo ai profili finanziari, alla realizzazione delle opere finanziate ed al conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla legge con specifici aggiornamenti al 2020. Per meglio inquadrare la tematica, va ricordato, in estrema sintesi, che tra gli obiettivi principali del Piano, «il perseguimento di standard di salute, di qualità e di efficienza dei servizi da erogare soprattutto nei centri urbani situati nelle aree centro-meridionali che, al riguardo, registrano ancora sensibili ritardi rispetto alle grandi metropoli del settentrione».
BASILICATA: INTERVENTI CONCLUSI Come anticipato, note positive sono emerse a riguardo della «piccola», come viene definita in un passaggio della relazione, Basilicata. Basilicata che rispetto alle altre regioni d’Italia ha gestito meno soldi e meno progetti. Per una volta, però, l’equazione apparentemente riduttiva, ha condotto ad esiti positivi. Come dire, poco, che poco non è, nel dettaglio sarà agevole comprenderlo, ma bene. Non così scontato se si riflette sul fatto che degli originari 302 interventi che, a seguito di rimodulazioni, sono diventati complessivamente 258 effettivi, ce ne sono 19 «non ancora iniziati 19».
In Calabria, poi, «non è stato ancora avviato alcun progetto nonostante siano stati già stanziati alla regione tutti i fondi previsti». Istruttoria articolata e complessa quella della Corte dei Conti e con specifico riferimento alla Basilicata se si volesse far coincidere l’inizio del viaggio sanitario nel Piano degli interventi straordinari, con l’approdo, l’incipit sarebbe il seguente: «La Regione con nota pervenuta del mese di maggio 2020 al Ministero della Salute, ha comunicato l’avvenuta conclusione di tutti gli interventi previsti e la loro messa in esercizio». Ricordando che la legge è quella del 1998, la Corte dei Conti ha precisato che «dall’analisi emerge che, nonostante sia trascorso molto tempo dall’inizio della fase di realizzazione del Programma straordinario, solamente poche regioni hanno completato gli interventi: Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzio, Campania e Basilicata».
GLI INVESTIMENTI: COSTI E DETTAGLI Nel maxi fiume di risorse pubbliche complessivamente pari a 1miliardo, 176milioni e 386mila euro, la scheda lucana, con dotazione di 27milioni e 464mila euro, corrisponde alla denominazione “Programma straordinario finalizzato all’evoluzione strutturale, tecnologica e organizzativa dell’Azienda ospedaliera San Carlo nell’ambito del piano di riqualificazione dell’assistenza sanitaria nella città di Potenza”.
Per la Basilicata, risultato ottimale: 7 interventi previsti, 7 gli interventi conclusi. A conti fatti, per il costo complessivo dei 7 interventi è risultato pari a 39milioni e 242mila euro, di cui 24milioni e 608mila euro a carica dello Stato, tutti già dallo stesso liquidati. Soltanto il progetto per il miglioramento della viabilità di accesso al polo ospedaliero è stato interamente a carico della Regione: 6milioni e 197mila euro. In prosecuzione gli altri interventi sono: rinnovamento delle dotazioni strumentali tecnologiche e valorizzazione del patrimonio immobiliare (9milioni e 270mila euro); Potenziamento e rinnovo infrastrutture informatiche e di rete (2milioni e 840mila euro), Riqualificazione delle aree esterne e realizzazione di autorimesse interrate (12milioni e 5466mila euro), Realizzazione di un asilo nido e di una scuola materna (826mila euro); Potenziamento e riqualificazione delle apparecchiature biomedicali (6milioni e 894mila euro), Ristrutturazione dei locali da adibire ad ambulatori (644mila euro).
CHIRURGIA ROBOTICA: “DA VINCI” Nella relazione, un paragrafo speciale è dedicato dalla Corte dei Conti al sistema chirurgico tra i più costosi oggi presenti in Italia che è rappresentato, per la chirurgia, dalla cosiddetta piattaforma “Da Vinci” che, controllata roboticamente aiuta il chirurgo nell’esecuzione di interventi complessi e minimamente invasivi31. Dall’analisi quantitava è emerso che le regioni che presentano il maggior numero d’installazioni sono la Lombardia (25), il Veneto (17), la Toscana (16), il Lazio (10) e il Piemonte (8). Delle installazioni, complessivamente presenti in strutture pubbliche e private accreditate, soltanto 22 risultano ubicate al Sud, meno di un quarto di quelle nel Centro-Nord, a conferma, «ancora un’altra volta», della «marcata differenza di distribuzione sul territorio del Paese di tecnologie così importanti per il settore sanitario-curativo». Ma mentre nel Molise, in Valle D’Aosta e in Trentino, non è installata neppure una piattaforma, un «solo esemplare è stato installato in Calabria ed in Basilicata».
VENTILATORI POLMONARI L’analisi, è bene precisarlo unicamente di tipo quantitativo, quindi senza ulteriori specificazioni, ha scandagliato, anche in relazione al fatto che si stanno rivelando preziosi supporti tecnologici nel contrasto alle gravi complicanze indotte dall’infezione da Covid 19, pure lo stato dell’arte inerente ai ventilatori polmonari «presenti e funzionanti nelle strutture di ricovero». Anche se i dati del 2019 non sono ancora consolidati, la Basilicata ha aumentato la dotazione dai 153 del 2018 ai 174 dell’anno successivo. Soltanto Molise (88) e Val d’Aosta (35) ne hanno di meno.
LISTE D’ATTESA: IL MONITORAGGIO “EX ANTE” Per quanto quantitativamente la Basilicata nel triennio 2016208 abbia in relazione alle liste di attesa registrato «volumi di prestazioni non significativi», per due classi di prestazioni di specialistica ambulatoriale, quella “breve” (prestazioni da eseguire entro 10 giorni) e “differibile” (prestazioni da eseguire entro 30 giorni per le visite entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici), secondo il monitoraggio ex ante che verifica, all’atto della prenotazione, la percentuale di garanzia, ossia misura il rispetto dei tempi della classe di priorità e quindi della tempistica indicata dal medico in fase di prescrizione (ricetta), la Basilicata si è distinta positivamente. Per ulteriore precisione il monitoraggio “ex ante” è differente dal monitoraggio “ex post” che, invece, attiene al concreto effettuarsi della prestazione, con esclusione quindi di quelle di controllo e delle prestazioni di screening.
Per le due categorie citate, “breve” e “differibile” e in relazione al monitoraggio “ex ante”, la «piccola Basilicata si apprende dalla relazione della Corte dei Conti appare essere stata, nel triennio preso in esame (in particolare nel 2016), la regione in assoluto con i migliori valori di performance nazionali in questa particolare classifica che, come osservato in precedenza, concerne il rispetto delle tempistiche previste per le liste di attesa dal relativo Piano (P.n.g.l.a. 2010-2012) all’atto della prenotazione delle prestazioni ambulatoriali e riferite alle prime visite e alle prime prestazioni diagnosticheterapeutiche».