LA DIFFICOLTÀ DI PRODURRE LIBRI IN BASILICATA
lettere lucane
Ho letto anch’io i dati – negativi – sulla lettura in Basilicata. Ma non dirò nulla su cosa si possa fare per incrementare la lettura nella nostra regione. E non dirò nulla per un semplice motivo: perché non saprei cosa dire. Non parlerò dunque delle cose che non vanno – sono troppe, e mi sovrastano –, ma delle cose che mi piacciono. Parlare di editoria lucana significa parlare di un settore della produzione culturale da sempre svantaggiato dalla distanza dai centri culturali egemoni, dalla scarsezza di operatori altamente qualificati del settore, dalla penuria di librerie sul territorio e da un fatturato regionale irrisorio. Gli editori che sinora sono riusciti a ritagliarsi uno spazio culturale e commerciale sono quelli che hanno saputo costruirsi un’identità forte per coerenza editoriale, veste grafica e rigore nelle scelte – penso a tre editori importanti degli ultimi decenni come Basilicata editrice, Edizioni Osanna e Calice editore. Seguo anche editori più recenti – Edizioni Ermes, Lilit Books, Lavieri, Altrimedia, Villani, e altri che ora mi sfuggono – e devo dire che nonostante non abbiano un’immediata riconoscibilità grafica o “ideologica” dimostrano grande vivacità nello sperimentare strade editoriali non consuete (è sulla buona strada Villani, al quale farebbe bene una maggiore omogeneità e riconoscibilità grafica). Sarebbe comunque bello se critici, lettori, associazioni, giornali e siti regionali aiutassero a diffondere più e meglio l’attività dei nostri editori; e sarebbe bellissimo se gli editori più giovani avessero la capacità di produrre “manufatti” memorabili – almeno per me – come i testi di Fortini, Scotellaro, De Martino e Sacco di Basilicata editrice, o come quelli della collana Riccardiana dell’editore Osanna diretta da Raffaele Nigro: la collana in assoluto più bella – sempre a mio parere – della storia editoriale lucana.
