IL MARE D’INVERNO DA METAPONTO A MARATEA
lettere lucane
Siamo nel pieno dell’inverno, nel cuore di questa stagione fredda che pare stringerci d’assedio. Mai come adesso ci sentiamo provati dalle piogge, dalle nevi, dai crepuscoli grigi, dai tramonti che rapidamente precipitano nella notte pomeridiana. Questo ci chiude, ci spegne. Perché l’essere umano è mammifero di luce; e, senza luce, vivacchia, si trascina, è sonnacchioso, è insoddisfatto, ha il colore grigio negli occhi. Però siamo davvero strani, noi italiani. Siamo uno dei popoli che più si vanta di amare il mare, di conoscerlo, di capirlo, e poi, non appena arriva l’inverno, del mare ci dimentichiamo, forse perché vederlo così poco addomesticato ci fa paura. Eppure è questa la vera stagione del mare, la vera stagione che lo svela. Mentre scrivo immagino il mare in questo preciso momento a Metaponto, a Policoro, a Nova Siri, a Maratea; e lo immagino furente, furioso, potente, nel pieno della sua forza – e in questo silenzio riesco anche a immaginare il suo rumore, il canto della sua inesauribile forza. D’estate milioni di italiani fotografano se stessi e il mare con gioia inesauribile; d’inverno, invece, quasi nessuno lo fa. Eppure mai come adesso il mare è tremendamente bello. Al di là della fase anomala che stiamo vivendo per le ragioni che tutti sappiamo, devo dire che ho sempre trovato affascinanti le località di mare d’inverno – i pochi ristoranti aperti, di solito i più antichi e radicati, i lidi chiusi, l’intima quotidianità dei paesi, sopraffatti dal turismo, che lentamente si riafferma. E confesso di non aver mai capito le ragioni dello scarso interesse degli italiani per il mare d’inverno – forse perché gli italiani confondono troppo facilmente la tristezza con l’intensità. Purtroppo siamo pieni di schemi e di luoghi comuni, e difficilmente riusciamo a cambiare punti di vista e abitudini.