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TOTAL: ANOMALIE, SILENZIO E FIAMMATE REGIONE E ARPAB SUL PIEDE DI GUERRA

Dg Tisci: «Prescrizioni violate sistematicamente». L’assessore Rosa ha convocato un incontro con tecnici e azienda: «Grande preoccupazione»

Total, è ormai emergenza acclarata: dopo l’exploit, di cui vi abbiamo parlato nella scorsa edizione di Cronache Lucane, con ben due fiammate in una sola giornata, Tempa Rossa diviene sempre più “spauracchio” e fonte di grande preoccupazioni. Un gennaio, torbido, per l’impianto estrattivo del colosso francese: nelle ultime due settimane, ben 6 “anomalie”, per lo più correlate all’ingrossarsi della fiamma della torcia di sicurezza.

Come la “doppietta” di due giorni fa: la prima, sarebbe iniziata intorno alle 7 di ieri per poi protrarsi per circa due ore. Poi, anche nella serata, un ulteriore fiammata intorno alle ore 20. Una situazione, come detto, difficilissima e che giunge a pochissimi giorni dalla diffida fatta dalla Regione Basilicata, TISCI: «TOTAL LACUNOSA NELLE COMUNICAZIONI, DGR VIOLATA SISTEMATICAMENTE» Con un secco messaggio sui social, il dg di Arpab Tisci è intervenuto sulla questione relativa agli sforamenti e alle anomalie relative all’impianto estrattivo.

«Come richiesto dalla Giunta Bardi e dall’assessore Gianni Rosa – ha scritto Tisci sui social Arpab sta proseguendo nella propria azione di monitoraggio della situazione di Tempa Rossa e nel controllo delle eventuali violazioni delle prescrizioni previste nella Dgr autorizzativa. Stiamo predisponendo un’ulteriore nota da inviare alla Regione Basilicata sulla situazione. Arpab e dipartimento Ambiente stanno vigilando e sono pronte a fare la loro parte nella tutela dell’ambiente. Le attività estrattive, così come tutte le attività industriali, devono svolgersi nel rispetto dell’ambiente e della legalità che sono valori preminenti rispetto al legittimo profitto delle compagnie. Partecipazione, efficienza e legalità.

“L’unica cultura che conosco è quella delle idee che diventano azioni”» ha dichiarato Tisci. Contattato dalla nostra redazione, Tisci ha così commentato: «Abbiamo inviato una nuova comunicazione alla regione Basilicata, evidenziando ulteriori violazioni della Dgr da parte di Total, che continua peraltro ha sottolineato Tisci a non mandare neanche comunicazioni sull’evento torcia. L’assessore regionale Rosa ha convocato per il primo di febbraio una riunione dei responsabili del monitoraggio compresa la Total, rispetto alla quale noi faremo tutte le osservazioni.

È evidente che c’è qualcosa che non funziona nell’impianto Total: è evidente che la quantità di anomalie che si stanno verificando sono veramente eccessive. Io mi auguro prudenzialmente che la Total sappia fornirci delle spiegazioni puntuali cosa che sino ad ora francamente non ha fatto. È stato molto lacunosa nelle comunicazioni e molto poco precisa nella attuazione della Dgr. Diciamo che ha concluso Tisci la violazione della Dgr è stata sostanzialmente sistematica».Anomalie, sforamenti e molteplici preoccupazioni. Ma, oltre tutto ciò, oltre la diffida e oltre il silenzio “rumoroso” del colosso petrolifero sui citati “eventi” quasi giornalieri, molti dubbi sorgono anche sul rispetto della “citata” Dgr. Infatti, l’autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) conferita a Total per Tempa Rossa, approvata con Dgr n. 1888 del 19 dicembre 2011 impone con la prescrizione numero 22 che «il Gestore deve operare preventivamente per minimizzare gli eventuali eventi incidentali.

A tal fine il Gestore deve dotarsi di apposite procedure per la gestione degli eventi incidentali. Sarà considerata una violazione di prescrizione autorizzativa il ripetersi di rilasci incontrollati di sostanze inquinanti nell’ambiente secondo sequenze di eventi incidentali, e di conseguenza malfunzionamenti, ai quali non si è posta la necessaria attenzione, in forma preventiva, con interventi strutturali e gestionali». Ad una prima lettura, nonostante ovviamente non sia riportato numericamente un “limite” concreto di «rilasci incontrollati» entro cui scatterebbe l’ipotetica violazione, la ripetizione delle anomalie è un fatto acclarato (come detto, ben 6 “fiammate” in circa due settimane, testimoniate dai cittadini), potrebbero comunque esserci gli estremi per la concretizzazione della stessa. Ragion per cui, in via teorica, la Giunta avrebbe probabilmente le carte in regola per imporre la sospensione delle attività. E, probabilmente, l’eventuale mancata applicazione della stessa, striderebbe con la. 152/2006.

ROSA: «NON POSSIAMO ANDARE AVANTI IN QUESTO MODO» Sulla questione, la Regione, dopo la diffida di cui vi abbiamo lungamente parlato, continua a muoversi. L’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, ha difatti convocato una riunione che si terrà il 1° febbraio alle 10 presso il Dipartimento, in relazione «ai recenti e frequenti episodi di innalzamento e visibilità della fiaccola del Centro Olio “Tempa Rossa».

All’incontro sono stati invitati, oltre alla Total Italia, rappresentanti dell’Umnig, dell’Ispra, della direzione generale dei Vigili del Fuoco della Basilicata, oltre che l’Arpab e il sindaco di Corleto Perticara, Mario Montano. Nel condividere «la più profonda preoccupazione e la forte apprensione manifestata dai cittadini», l’assessore Rosa ha invitato gli enti preposti al monitoraggio e al controllo «a un’attenta verifica degli eventi» e «a mettere in campo tutte le azioni necessarie per porre fine a tale situazione».

«E’ palese che tale circostanza – ha evidenziato Rosa – influisce sia sui timori della popolazione, che vedono in tali attività un pericolo per la propria salute e per l’ambiente, sia sulla possibilità che si verifichino incidenti rilevanti». Contattato dalla nostra redazione, l’assessore regionale ha dichiarato: «Rispetto a quella che è stata la relazione che ci ha dato Arpab settimana scorsa, abbiamo provveduto ad emettere un documento nella quale la Total è stata diffidata prima di tutto a mandarci tutta la documentazione sugli incidenti, ma poi a rientrare in comportamenti previsti dalla norma e quindi invitata a fare in modo che queste cose non succedano più. Nei giorni successivi agli eventi già segnalati ci sono state altre fiammate, che nella sostanza evidenziavano la presenza di un problema dell’impianto, ovvero che i sistemi di sicurezza sono intervenuti e tutto il gas in eccesso è stato portato alla torcia. Un problema che si sta ripetendo quasi tutti i giorni».

Sull’incontro, «il giorno del primo febbraio non è un giorno a caso, ma è il giorno successivo alla scadenza dei 10 giorni previsti nella diffida. Perché ha asserito Rosa dobbiamo entrare nel merito della questione ed è chiaro che per fare ciò serva da una parte la Total e dall’altra parte tutti i tecnici regionali, nostri consulenti ma anche di altre istituzioni competenti affinché si capiscano fino in fondo quali sono le problematiche. Perché è chiaro che non possiamo più andare avanti con fiammate quotidiane che creano insicurezza nei cittadini o che possano succedere incidenti più gravi. La questione va affrontata di petto» ha concluso Rosa.

UNA DOMANDA, TRE RISPOSTE IPOTETICHE Ed è naturale, in tutto questo turbinio, che ci si fermi a riflettere spinti, in modo particolare, dalla «comunicazione lacunosa», come ripetuto dal dg Arpab Tisci, e dalle continue anomalie dell’impianto. Anomalie che, nei mesi passati, sono comunque accadute seppur con meno frequenza e “giustificate” dalle note prove di esercizio, di cui vi abbiamo parlato. Ma, tecnicamente, dalla definitiva messa in esercizio dell’impianto lo scorso 11 dicembre, le anomalie non posso esser, naturalmente, più considerate prove.

Anzi, a maggior ragione, il loro reiterarsi spinge al dubbio e ad alcune domande “difficili”: possibile che l’impianto, decantato come uno dei più avanzati tecnologicamente al mondo, possa a circa un mese dalla messa in esercizio definitiva, “abbandonarsi” ad un notevole numero di anomalie in un tempo così ristretto? Per questo, in questa ottica, le ipotesi, a naso, sono tre: l’impianto, non è forse così tecnologicamente avanzato come sottolineato.

Oppure, al contrario, lo è così tanto che il colosso non riesce a “frenarne” i “colpi di coda”. Infine, il duro pressing di Regione e Arpab sulla questione, che magari passerebbe “in sordina” o banalmente catalogata con il più classico dei “tuttapostismi” all’italiana altrove, ha scoperchiato un vaso di Pandora altrimenti ben sigillato. Una domanda, tre risposte ipotetiche.

 

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