RIFORMA ABUSO D’UFFICIO E MAFIA «AUTOCTONA»: D’ALTERIO ALL’ATTACCO
Il Procuratore generale della Corte d’Appello, sull’organico rilancia l’appello del Procuratore Curcio
Prima di analizzare i dati statistici, il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021, ha delineato una cornice contestuale dai tratti allarmanti. «Non ogni voce del bilancio è negativa», ha precisa D’Alterio, ma nell’anno della pandemia Covid-19, «la Giustizia ha comunque pagato un prezzo». Si è creato, ha spiegato D’Alterio, un vulnus al contraddittorio con l’applicazione del processo da remoto e, con l’ultima produzione legislativa dell’emergenza, del rito scritto in appello, nonchè un vulnus che ha riguardato ragionevole durata dei processi e delle indagini, e generali rinvii e rallentamenti. Denunciate, in accoglimento anche degli appelli del procuratore Distrettuale Curcio, le carenze di organico che però riguardano anche il personale amministrativo. «L’organico attuale di soli 11 magistrati corrisponde alla pianta organica del 1861»: così, invece, la Presidente della Corte di Appello di Potenza, Rosa Patrizia Sinisi, con un fine parallelismo storico ha inteso denunciare una delle principali carenze del Distretto. Per Sinisi, nell’anno della pandemia Covid-19, il microcosmo degli uffici giudiziari del capoluogo ha finora retto all’impatto, sia pure con affanno. La Giustizia a Potenza, ma non solo, ha pagato, però, un prezzo, e occorre rafforzare le sinergie tra tutti i protagonisti del mondo giustizia, magistratura, avvocatura, personale amministrativo, polizia giudiziaria, consulenti, cittadini, «non solo per mettere in opera rimedi organizzativi, ma soprattutto per tutelare di diritti costituzionalmente garantiti e soddisfare nuove e più pressanti domande di Giustizia»
RIFORMA ABUSO D’UFFICIO: L’ATTACCO DEL PG D’ALTERIO
Da D’Alterio, pesantissimo attacco alla riforma del reato di abuso d’ufficio. Per il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, la norma introdotta nel 2020, «funzionale ad evitare ipotesi di sconfinamento dell’Autorità giudiziaria invadendo il merito dell’attività amministrativa discrezionale, riduce ampiamente lo spazio di controllo giurisdizionale sugli atti amministrativi anche se adottati al fine di perseguire interessi palesemente devianti dalla finalità pubblica». «Viene infatti esclusa ogni possibilità di tutela di principi generali ha aggiunto D’Alterio -, seppur di rango costituzionale, ed ogni rilevanza di violazioni regolamentari. In parallelo il sindacato giurisdizionale viene limitato agli atti che esprimano un potere vincolato.
Si auspica che a tale riforma, che risolve motivi di attrivo fra la magistratura e la politica, spesso ingiustificati, faccia seguito la realizzazione di forme alternative ed efficaci di controllo della legalità degli atti amministrativi, di cui ora si avverte necessità assoluta, sia in considerazione dell’intercorsa riforma, sia delle criticità che si palesano nell’ambito del contrasto amministrativo della pandemia».
Dai vari decreti, come i cosidetti Ristori, fino al Recovery Fund, e ad altre misure economiche ancora, per D’Alterio «è lecito temere che le scorciatoie improprie possano nuocere all’economia», e per questo «doveroso prevenire e sanzionare». È evidente, peraltro, che ad esempio gli «episodi di corruzione e abuso nella malasanità», non costituiscono soltanto un pericolo per la saslute pubblica, ma «violando le regole della lecita concorrenza», accrescono la crisi delle realtà di impresa che di contro si attengono al rispetto della legalità. In Basilicata non c’è una Direzione Dia, altro grido d’allarme del Procuratore generale, anche se «c’è in Basilicata una criminalità mafiosa autoctona oltre che indotta dalle vicine ‘ndrangheta e camorra».
LE STATISTICHE DEL DISTRETTO In linea con il dato nazionale, è la percentuale lucana, in aumento, delle iscrizioni per il reato di estorsione: +11,65%. In aumento anche le iscrizioni per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, passati da 24 a 27. Incremento, 145 rispetto alle precedenti 112, anche le iscrizioni per i reati contro la libertà sessuale, ovvero rientranti nel cosiddetto codice rosso e quindi maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Delitti contro la pubblica amministrazione: registato complessivamente un incremento del 24,47 rispetto all’anno precedente. D’Alterio ha pesantemente stigmatizzato quelle «condotte sintomatiche di un costume di asservimento di interessi pubblici al malaffare privato». Per quanto riguarda le tipologie di reato il numero maggiore riguarda le frodi informatiche. C’è stata una riduzione dei reati di criminalità informatica del 3,38% (da 1.331 a 1286), ma un exploit delle iscrizioni a caruci du aytiru ugbitu che rappresentano il 93,07% del totale delle iscrizioni. A seguire ci sono i reati tributari e le frodi inerenti l’indebita percezione dei contributi concessi dallo Stato, da altri Enti pubblici o dalla Comunità europea: «si registra un incremento delle iscrizioni pari allo 87,50%».
Nella relazione, anche il riferimento alle ricadute della sospensione dal 9 marzo all’11 maggio scorso, con limitazioni delle attività giudiziarie sommate a criticità pregresse sui procedimenti da definire nei tribunali di Potenza e Matera: in Corte d’Appello con indice di smaltimento a 1,19%, superiore alla media nazionale e allo stesso periodo 2019, mentre per i Tribunali dell’1,05%, lievemente inferiore al dato nazionale, ma comunque positivo. Rispetto alla media degli ultimi 20 anni in Basilicata, nel periodo tra luglio 2019 e giugno 2020, «si evidenzia una riduzione delle notizie di reato iscritte pari al 14,8%, una riduzione delle definizioni del 18,8% e una riduzione delle pendenze al 36,4%»: confrontando i dati riferiti all’anno precedente con quelli attuali emerge che le sopravvenienze sono diminuite dello 0,6%, le definizioni del 3,2%, mentre le pendenze sono aumentate del 2,9%.
Le richieste di misure cautelari personali sono state 343: ne sono state messe 290, con una percentuale di accoglimento del 84,5%. Il tempo medio di decisione sulle richieste di misura cautelare personale è stato di circa dieci giorni nel circondario di Potenza, cinque in quello di Matera e 20 a Lagonegro. «L’analisi dei dati ha concluso il Procuratore generale D’Alterio evidenzia dunque un incremento delle pendenze che tuttavia risulta lieve a fronte della necessità per riduzione dell’attività giudiziaria quale misura di contrasto alla diffusione del virus».