TREROTOLA, OPPOSITORE SUPERFLUO

La crisi regionale in versione Covid, aperta dalle sgrammaticature dimissionarie del sanguigno assessore Cupparo, ha avuto quantomeno il merito di scoperchiare il nugolo di ambizioni, peraltro strumentalmente alimentate, che taluni “costruttori” dell’opposizione avevano ipocritamente coltivato per facilitare il passo caduco del governatore settantenne Vito Bardi e della sua poco funzionante giunta regionale. C’è da dire che in quel campo d’illusioni, Carlo Trerotola prima e più di tutti s’è buttato a capofitto e con tutta la trepidazione del neofita ha saputo offrire al disastrato centrodestra sorrisi aggraziati e finanche ammiccamenti gestuali su votazioni delicate e tutte politiche. Ora lasciamo stare la sua infelice catena d’equivoci dialettici con cui ha generato ed accresciuto confusioni d’ogni tipo, ma la sua non curanza per il ruolo ricoperto alle regionali di leader del centrosinistra è un’ingiustizia politica ed etica troppo grande verso i tantissimi lucani che pure lo hanno votato per essere rappresentati da riformismo anziché da comportamenti paludati e smorti che solo una coscienza troppo accomodata si può accontentare di avere, senza nemmeno che sia scalfita dal valore rigenerante delle dimissioni. Ha scritto Paul Valéry:“Se pensi come la maggioranza, il tuo pensiero diventa superfluo”.