COVID, IL GRIDO D’AIUTO DEI GIOSTRAI: «100% DI PERDITE, SERVE SOLUZIONE»
Accolta la richiesta di Anesv-Agis di incontrare il presidente Bardi, «urge un ristoro agli esercenti dello spettacolo viaggiante»
È una delle categorie che ha sofferto fortemente le conseguenze del Covid: parliamo degli “spettacoli itineranti” e dei parchi divertimento.La chiusura di aree attrezzate con giostre e singole attrazioni, è un problema che dallo scorso anno non vede soluzione.Di fatto le imprese del settore, in genere familiari, non hanno opportunità di lavoro perché inattivi dall’inizio dell’epidemia. Cosimo Amato, Presidente Regionale di Puglia e Basilicata ANESV-AGIS spiega: «siamo fermi da marzo dell’anno scorso a causa dell’emergenza sanitaria.
A differenza di altre attività che aprono e chiudono, noi siamo completamente fermi e con pochi sostegni per mantenere la nostra attività. Siamo veramente in grossa difficoltà. La nostra richiesta nell’incontrare il Presidente Bardi è stata accolta e ringraziamo anche il consigliere Zullino e tutta la Giunta che rappresenta la Basilicata, i quali sono stati molto attenti nelle nostre richieste. Siamo andati a spiegare le motivazioni e quali sarebbero le nostre richieste, ovvero avere un ristoro per poter proseguire nell’attesa della riapertura.
Abbiamo bisogno che ci aiutino insomma, anche perché a livello nazionale c’è poco e abbiamo chiesto il sostegno come ha fatto la Puglia, che ha dato un ristoro a tutti gli esercenti dello spettacolo viaggiante: stessa cosa abbiamo chiesto alla regione Basilicata alla presenza di Bardi che è stato molto attento alle nostre richieste».
Anche il delegato C, Angelo Dolcino espone la situazione di criticità: «in Basilicata purtroppo abbiamo registrato nell’anno precedente solamente due o tre manifestazioni, in due o tre comuni che ci hanno ospitato, tra i quali quello di Potenza e poi basta, siamo dovuti uscire fuori regione per provare a cercare altri sbocchi lavorativi per le nostre attrazioni. Siamo in profonda crisi perché il nostro è un lavoro a carattere stagionale, pertanto nei mesi estivi dobbiamo cercare di produrre per gli altri mesi restanti, aspettando la prossima stagione estiva. Si capisce che la con la chiusura dell’anno passato siamo arrivati allo stremo.
Ora con le sole nostre forze non ce la facciamo néa sostenere i costi di manutenzione che servono alle nostre attrezzature con tecnologie avanzate, néi costi per gli automezzi, leassicurazioni e così via, e stiamo persino arrivando al problema di sostenere le nostre famiglie anche con il solo piatto di pasta. Non ce la facciamo più, siamo contentissimi di essere stati ricevuti dal Presidente Bardi e speriamo che questo incontro possa dare delle risposte concrete e soprattutto veloci alla nostra categoria».