“IL CDX NON RISOLVE LA CRISI MA LA RINVIA CUPPARO”
Quarto non indietreggia sul passaggio in Fratelli d’Italia e Cicala con Vizziello confermano il no al disegno di legge sull’Api-Bas: vertice inconcludente
Regione, crisi del centrodestra: la maggioranza governativa ha dimostrato di essere inaffidabile, poichè incapace di risolvere le proprie fragilità. Nel bazar dei “responsabili” di via Verrastro, la soluzione preferita è: rimandare. Ma c’è un però: il problema dell’equa suddivisione è per il centrodestra ancora attuale anche dopo la riunione di maggioranza convocata dal governatore Bardi che ha riunito introno allo stesso tavolo tutti i consiglieri della coalizione e tutti gli assessori.
Surreale, date le premesse, il «momento politico», le conclusioni ufficiali del vertice. Dopo ore di dibattito, «tutti i presenti hanno espresso la fiducia nell’operato della Giunta e nel lavoro sin qui fatto». Gli eletti del centrodestra, governatore Bardi in testa si dilettano così nel ruolo di demiurghi tramite parole e non fatti. Soltanto ad uno, il protagonista primario della crisi del centrodestra in quanto nelle ultime 48 ore è lui che ha avuto il pallino dello smarrimento della coalizione, è stata imposta la regola del silenzio: Vincenzo Baldassarre.
BALDASSARRE E LA “LETTERA SCARLATTA” DELLA SOSPENSIONE Baldassarre, che con Quinto rappresenta il duo dei transfughi pronti ad aderire a Fratelli d’Italia, si è presentato al vertice della maggioranza con la “lettera scarlatta” appositamente a lui affibiata dai vertici, segretario regionale e segretari provinciali, del suo partito: «Il consigliere regionale Vincenzo Baldassarre, eletto dalla lista “Idea” in regione Basilicata, è sospeso da ogni ruolo di partito e non potrà utilizzare il nome dello stesso fin quando non ci sarà un pubblico chiarimento politico sulla sua estraneità alle trame in corso».
Prima dell’apertura del dibattito però, Baldassarre ha avuto un personale e privato incontro col governatore Bardi. Congedato il presidente, il consigliere regionale ha serrato, o spontaneamente o “spintaneamente”, la bocca e non ha profferito verbo. Da parte sua, Quarto, invece, ha confermato la propria ricollocazione politica dalla lista del presidente a Fratelli d’Italia.
Quando si incastrerà l’ultimo tassello, Baldassarre, il tutto sarà ufficializzato. Il centrodestra lucano, quanto mai pancronico, è assimilabile al più classico dei modelli bidimensionali a due variabili: le prede, le poltrone e in particolar modo quelle ambitissime della Giunta, e quello dei predatori, inteso come gruppi politici. Se 3 consiglieri regionali, fanno, per 1 partito, 1 assessore, Quarto che vuole entrare nell’esecutivo, necessita dell’ingresso in Fratelli d’Italia anche di Baldassarre.
Sul tavolo del vertice di coalizione, come prevedibile, è stato posto anche il tema del “ristoro istituzionale”: la presidenza del Consiglio regionale, equivale ad un assessorato. Consultato lo Statuto regionale, non allineato al regolamento interno del Consiglio che prevede ben altra durata temporale, i presenti hanno appurato che i componenti dell’Ufficio di Presidenza «restano in carica per 30 mesi». Si potrebbe aggiungere, «e sono rieleggibili», ma il dettaglio sottovalutato ieri, avrà il suo peso quando arriverà il momento.
PRESIDENZA CONSIGLIO: QUANDO CICALA LIBERERÀ IL “RISTORO ISTITUZIONALE” SI RIAPRIRANNO I GIOCHI Il leghista Carmine Cicala è stato eletto presidente nel maggio del 2019. Di qui il calcolo, più 30 mesi. Risultato: il centrodestra proverà a resistere con i rispettivi status quo interni, almeno fino al prossimo novembre. Poi, nelle previsioni che sono ipotesi comunque smentibili dai futuri avvenimenti, di nuovo tra cambi di casacca e simili, con la postazione della presidenza libera, saranno riaperte le trattative per l’equa suddivisione.
DDL API-BAS: VIZZIELLO E CICALA NON INDIETREGGIANO SUL NO Dalla fine provvisoria, quella di ieri, l’intera vicenda della crisi di maggioranza, necessita di essere ripercorsa al contrario per risalire alla genesi: il numero d’altri tempi del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, nell’Assise del 22 gennaio. All’ordine del giorno, l’approvazione del disegno di legge dell’assessore Cupparo sulla trasformazione dell’Asi di Potenza in una bad company con contestuale istituzione dell’Api-Bas. Nella circostanza Vizziello, presente in collegamento da remoto direttamente dal proprio ambulatorio medico, indossava anche il camice, rimane un enigma cosa intendesse comunicare, forse voleva stupire o forse voleva solo farsi capire, per un applauso in più, prima della chiamata decisiva, dopo ore di seduta, ha staccato tutto ed è scomparso facendo cadere il numero legale. Le ragioni della contrarietà di Vizziello sono territoriali, eletto nella circoscrizione di Matera, la riforma Cupparo penalizza proprio il Consorzio di Matera che al contrario dell’Asi di Potenza è in attivo. Quelle di Cicala, invece, che in quel Consiglio è stato assente dall’inizio, sono più politiche, nonchè connesse ai burrascosi rapporti sul tema petrolio. Il giorno dopo lo sgambetto in Consiglio, l’assessore Cupparo comunicò le proprie dimissioni dall’incarico.
CRISI NON RISOLTA: CUPPARO PER NON FARE “L’UTILE IDIOTA” RITIRA LE DIMISSIONI Tanto corrispondente al vero l’assioma tracciato da Cronache lucane, che il ritiro delle stesse ormai non era più necessario data la “manovra” Baldassarre-Vizziello, che Cupparo, finito il vertice di ieri, ci ha ripensato.
Lasciare scoperta per volontà propria la poltrona ambita, così facendo un favore inaspettato per gli alleati di coalizione, in realtà quasi nemici, sarebbe stata per Forza Italia, che rischia nel breve di non poter più sbandierare certa superiorità, soprattutto elettorale, nei confronti di Fratelli d’Italia, un’autorete clamorosa. «Ritiro le dimissioni ha rese noto Cupparo al termine del vertice di maggioranza e ritorno pertanto al mio impegno, secondo l’incarico che mi è stato affidato, con uno slancio più forte con la volontà di risolvere le emergenze e le problematiche in atto e con lo spirito di servizio delle nostre comunità che mi ha ispirato dal primo giorno da assessore». La risoluzione della crisi, al contrario di quel che ha voluto far intendere Cupparo, con i riferimenti al «rasserenato clima politico ed istituzionale», non centrano nulla, anzi. Sia Vizziello che Cicala hanno ribadito che il disegno di legge Api-Bas non sono disposti a votarlo. Le conferme indiritte al fatto che il «clima» era ed è rimasto teso anche dopo la riunione di maggioranza sono 2.
Il Consiglio regionale anche questa settimana non si farà. In secondo luogo, proprio ieri è stato comunicato che la 3a Commissione Consiliare Permanente, che è presieduta da Quarto e che era già stata convocata per oggi, con inizio alle ore 10 e 30, è anch’essa slittata al 10 febbraio.